L'ANALISI
18 Aprile 2025 - 17:52
L'assessore Simona Pasquali
CREMONA - Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) esige un contributo maggiore da parte dei cittadini per la tariffa dei rifiuti, chiedendo un aumento del 13,5% sulle bollette dei cremonesi. Il servizio di raccolta rifiuti, nel 2025, costerà al Comune quasi 11 milioni di euro, a fronte dei 10 milioni dell’anno precedente. L’amministrazione attutisce il colpo, portando l’incremento sotto la soglia del 5% per le utenze domestiche. La questione è stata discussa nella Commissione Bilancio presieduta da Daniele Bonali.
La presentazione della delibera in Consiglio comunale è fissata per il di 30 aprile e da giugno dovrebbero scattare gli aumenti. L’assessora Simona Pasquali spiega che l’amministrazione, pur avendo una capacità di intervento limitata, ha fatto ciò che era in suo potere, ricorrendo ad una strategia in tre azioni: potenziamento dell’apparato sanzionatorio per chi non rispetta le regole; ridimensionamento della quota rappresentata dai minimi nelle bollette (che corrispondono alla minima quantità di rifiuti indifferenziati che si stima che il cittadino debba smaltire); riconferma delle agevolazioni.
«Avevamo già approvato il Piano economico finanziario per la gestione del servizio nel 2024 – spiega – che sarebbe stato valido anche per il 2025. Tuttavia, le carte in tavola sono cambiate con l’arrivo della delibera Arera, che impone un’integrazione del 13,5% per l’adeguamento Istat». La richiesta nasce per consentire ai gestori (a Cremona Aprica, gruppo A2A) di recuperare l’inflazione relativa al 2023, all’epoca molto elevata.
«Abbiamo cercato — prosegue Pasquali — di intervenire sulla delibera Arera per ridurre questa cifra. La strategia è quella di alimentarla con il ricavato delle sanzioni. In questo modo si riesce a coprire una parte della quota, e le bollette costeranno solo il 4,3% in più rispetto a prima». A questo punto, il Comune si è mosso intervenendo sui minimi, premiando una cittadinanza virtuosa in materia di raccolta differenziata. «Delle tre parti che compongono la Taric (fissa, variabile e corrispettiva), il Comune può intervenire solamente sul corrispettivo».
Attualmente nella tariffa è compresa una quota minima di ritiri e si paga di più per ogni ‘sforamento’. «Abbiamo osservato — spiega Pasquali — che i minimi di fatto non venivano sfruttati per intero dai concittadini. L’esposizione dei rifiuti indifferenziati si dimostrata molto inferiore al minimo garantito. Di conseguenza, abbiamo proceduto a ridurre la soglia, in modo tale che il cittadino non si trovi a pagare una quota che resta, nei fatti, inutilizzata». Altro strumento di supporto, assicura Pasquali, è la riconferma di tutte le agevolazioni già previste (per famiglie numerose, over 75 con un dato reddito, attività del terzo settore). «Abbiamo integrato l’elenco del 2024 anche con le associazioni d’arma e combattentistica».
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