L'ANALISI
18 Aprile 2025 - 05:25
CREMA - Purtroppo l’anoressia colpisce ormai anche i bambini, come testimoniano i 13 casi fino ai 9 anni, registrati nel Cremasco da Ats Val Padana (5 maschi e 8 femmine). I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, tra cui anche la bulimia, non sono più solo un problema circoscritto all’età adolescenziale.
L’Agenzia per la tutela della salute e l’Asst di Crema, da anni, collaborano nella prevenzione e cura e nello scorso biennio hanno cercato di far fronte alle sempre maggiori richieste di aiuto con massicci investimenti, pari a oltre 100mila euro, impegnati nell’assunzione di figure professionali e iniziative di sensibilizzazione e contrasto. Nel distretto cremasco, in base agli ultimi dati del piano messo a punto da Ats, c’erano 123 persone con questi disturbi, l’88,6% femmine. Detto della fascia dei bambini, la successiva pre adolescenziale registra 17 casi. Il numero maggiore, pari a 30, è quello dei ragazzi dai 14 ai 19 anni, con la stragrande prevalenza di femmine, 28, rispetto ai maschi, 2. Tra i 20 e i 34 anni sono 35 i casi, poi si scende a 22 fino ai 55 anni. I disturbi dell’alimentazione sostanzialmente spariscono in età matura, oltre i 55 anni.
Attualmente il dipartimento di salute mentale dell’ospedale Maggiore, diretto da Virginio Salvi, segue un centinaio di casi. Purtroppo si tratta del doppio, rispetto al recente passato. I disturbi per cui viene richiesta una presa in carico sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e l’alimentazione incontrollata. Nell’età adulta, si rileva la co-presenza di altre patologie come i disturbi della personalità, disturbi depressivi o da uso di sostanze. Per affrontarli, l’ospedale mette in campo un team multidisciplinare che ruota su due tipologie di servizi: l’unità operativa di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza (Uonpia) per l’età evolutiva, guidata da Alessandra Foppapedretti e il Centro psicosociale (Cps) per l’età adulta.
Fanno parte dell’équipe gli psicologi Emma Guerci, Valentina Dolci e Marco Castagna, la tecnica della riabilitazione psichiatrica Maria Liga, la dietista Martina Alloni, affiancati dai medici specialisti (psichiatri e neuropsichiatri) che hanno in carico gli utenti. La modalità di intervento è ambulatoriale, con accesso diretto. In generale, sul territorio dell’Ats della Val Padana, quindi in tutta la provincia di Cremona e anche in quella di Mantova, sono 451 soggetti colpiti dal problema. L’88% femmine e il 26% con un’età compresa tra i 15 e i 19 anni. Il 53% vive nel territorio mantovano, il 27% in quello cremasco e il restante 19% in quello cremonese. Sempre considerando il territorio dell’Ats, la prima diagnosi è avvenuta per il 38,6% dei casi durante un ricovero, per il 17,5% attraverso un accesso al Pronto soccorso, per il 16,9% da esenzioni. Il 14,3% in Neuropsichiatria infantile, il 12,2% in psichiatria e per lo 0,5% in regime ambulatoriale. Per quanto riguarda il distretto sanitario cremasco, alcuni casi intercettati dall’Unità operativa di psichiatria infantile sono stati inviati per prestazioni semiresidenziali alla struttura privata centro diurno ‘Bella storia’ che ha sede in città.
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