L'ANALISI
15 Aprile 2025 - 19:21
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Lo aveva conosciuto su una chat online. All’epoca Sara (nome di fantasia, ndr) aveva 14 anni e da un paio non vedeva più il padre con il quale aveva avuto forti dissapori. Lui ne aveva 65. La vicenda è emersa oggi in Tribunale nel corso dell’udienza del processo in cui l’uomo è accusato di violenza sessuale aggravata.
«Mi sentivo sola e ricercavo molto una figura paterna negli altri». E così Sara aveva cominciato a navigare su Omegle, una piattaforma di messaggistica anonima e casuale. Non serviva iscrizione né numero di telefono e il sistema metteva in contatto casualmente due utenti in una chat. Lì Sara aveva conosciuto un uomo: «Io avevo detto subito di avere 14 anni, ma lui all’inizio non mi ha voluto dire la sua età».
In quelle chat Sara si espose molto, raccontando della situazione in famiglia e della suo senso di solitudine. «All’inizio si parlava del più e del meno e io mi sono aperta. E difatti lui si faceva sentire presente, mi chiedeva come era andata a scuola e cose così. Una volta disse: ‘So che non hai un padre, ti sto vicino io’».
Ma in quella chat si parlava anche di altro: «Il sito permetteva di selezionare una categoria, io avevo scelto Bdsm». Che sta per ‘bondage, dominazione, sottomissione e masochismo’. Ben presto dalla piattaforma online la conversazione si sposta su un altro social, Kick. «Me lo aveva proposto lui perché su Omegle non si potevano mandare foto o video. E i messaggi su Kick scompaiono dopo 24 ore».
A quel punto è cominciato lo scambio di foto di nudo, video «in cui mi chiedeva di fare determinate cose, di toccarmi». La ragazzina a quel punto era venuta a conoscenza dell’età dell’uomo. «Ma in quei mesi si era creato un legame e in qualche modo mi ero affezionata».
Poi una nuova richiesta, un nuovo passo, ancora una volta «era stata una sua proposta. Voleva delle fotografie che restassero, ci siamo spostati su Telegram, Facebook, per un breve periodo su WhatsApp».
Poi un altro passo: a maggio del 2021 lui le propone di vedersi di persona, lei salta la scuola e si incontrano in stazione. «Veniva da lontano, dall’Abruzzo, e aveva affittato un appartamento in città. Quando ha incontrato il padrone di casa per ritirare le chiavi mi ha detto di nascondermi, non si doveva vedere che entrava una minorenne». E in quell’appartamento gli argomenti di cui i due avevano parlato in chat per mesi sono diventati realtà.
«Mia madre si era insospettita per l’assenza a scuola e, quando sono rientrata a casa, dopo avermi preso il telefono ha trovato le chat». A quel punto la madre scopre l’identità di quel ‘Luigi’ di cui aveva sentito qualche accenno nei mesi. «Capitava che di notte — ha detto la mamma, sentita come teste — la sentissi al telefono attraverso i muri della camera, ma pensavo si trattasse di un ragazzo della sua età». E quando la donna ha trovato il telefono ha scritto direttamente all’uomo dall’altra parte: «Gli ho detto di non scrivere mai più a mia figlia e che se voleva giocare lo facesse con una persona della sua età».
Ma dopo un periodo di silenzio Sara gli aveva riscritto: «Mi chiedeva continuamente se fossi davvero io o mia madre. E poi mi diceva che non dovevo denunciare, che gli avrei rovinato la vita».
Alla fine i due concordano un nuovo appuntamento, il copione è lo stesso della volta precedente. Ma al suo ritorno a casa la madre la aspettava sospettosa e a quel punto Sara è crollata raccontando tutto. Nei giorni successivi ha sporto denuncia ai carabinieri. «Non ho mai fatto nulla contro la mia volontà ma ora mi rendo conto di aver sbagliato a fidarmi. Ha sfruttato un momento di debolezza per convincermi».
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