L'ANALISI
14 Aprile 2025 - 19:03
Gli avvocati Alquati e Aiolfi
CREMONA - Anno 2023, lunedì 27 febbraio. Due ragazzini di 14 e 17 anni vengono obbligati da tre bulli della stessa compagnia, a salire su un’auto «con fare intimidatorio e senza dare loro una spiegazione». L’auto raggiunge il garage di una giovane della baby gang. I minori vengono chiusi dentro il box per mezz’ora - dalle 18.30 alle 19 - quindi massacrati di botte, minacciati di morte anche con una pistola scacciacani.
Al 14enne vengono buttati giù i denti a forza di calci, al 17enne viene spaccato il naso. Perché? ‘Per essersi comportati male nei confronti di una giovane della compagnia’, il movente dell’inaudita violenza. Da qui, «la reprimenda scappata di mano»: così l’avevano intesa i ‘bulli’, che due anni fa si sono fatti cinque mesi agli arresti domiciliari. Sequestro di persona. La femmina della gang, 22 anni, ha patteggiato 1 anno e 9 mesi senza sospensione condizionale (per il reato di percosse finirà davanti al giudice di pace).
«La mia assistita ha capito il disvalore sociale della sua azione e sta intraprendendo un percorso. Si è messa in riga, sta lavorando», ha spiegato l’avvocato Carlo Alquati, che plaude all’indagine dei carabinieri due anni fa coordinata dal pm Chiara Treballi. «Il pm aveva evidenziato il disvalore sociale del fatto. La mia assistita lo ha capito», rimarca l’avvocato Alquati. Ha patteggiato anche un altro ragazzo della gang, lui 21enne, ottenendo il beneficio della condizionale. Gli altri imputati - un 18enne e un 19enne - i più violenti, sono stati rinviati a giudizio: processo il 17 giugno 2025. Una delle due vittime, il 17enne, si è costituita parte civile con l’avvocato Doriano Aiolfi.
Secondo l’accusa, i minori hanno subito «ripetutamente violenze» e minacce dai giovani che saranno processati per sequestro di persona e lesioni gravi. In particolare, secondo l’accusa, uno dei due, pistola giocattolo in pugno, li avrebbe minacciati di morte, dicendo loro di stare fermi, di non gridare, altrimenti li avrebbero ammazzati. E di tenere la bocca chiusa anche dopo, altrimenti, lo ha ribadito, li avrebbero ammazzati. Il bullo aveva puntato la pistola contro la testa delle vittime, tenendo premuto il grilletto.
Secondo l’accusa, quel 27 febbraio le vittime uscirono dal pestaggio brutale con le ossa rotte, massacrate alternativamente dai due violenti mandati a giudizio. In particolare, il 14enne era stato preso ripetutamente a calci, pugni e schiaffi in testa, in pieno volto e su tutto il corpo. Una escalation di violenza.
Era stato colpito alla bocca con calci così potenti da spaccargli i denti. E con il calcio della scacciacani era stato ferito sull’arcata sopraccigliare. Il referto parla di «frattura incisivi superiori, contusione occhio destro, contusione naso, contusione costale» con prognosi di 21 giorni «alla data del 28 febbraio 2023, nonché con diagnosi di frattura traumatica delle corone dentarie».
Anche il 17enne si era preso la sua dose di schiaffi, calci e pugni così violenti da fratturargli le ossa nasali.
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