L'ANALISI
13 Aprile 2025 - 16:36
CREMONA - La pioggia ha impedito questa mattina la processione della Domenica delle Palme da Santa Maria Maddalena alla Cattedrale. La celebrazione che ha aperto la “Settimana di grazia” si è dunque svolta tutta all'interno di un Duomo affollato. Accanto al portale maggiore la lettura del Vangelo dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme e la benedizione dei rami d'ulivo distribuiti ai fedeli.
Con il vescovo Antonio Napolioni, l'emerito Dante Lafranconi, i canonici del Capitolo, i sacerdoti dell'unità pastorale.
Nell'omelia, dopo la lettura della Passione secondo Luca, il vescovo ha invitato a guardare già alla Pasqua, rifacendosi all'antica sequenza “Victimae paschali laudes”, richiamo alla vita nella sua fragilità, nella sua libertà di essere spesa o inquinata, nel suo essere redenta da Cristo.
Come Gesù entra in Gerusalemme, anche noi cristiani entriamo nella città del nostro tempo, pur se stressati e impauriti. Lo facciamo tenendo in una mano il Vangelo e nell'altra il giornale, ha aggiunto il presule, colpito da due notizie di sbando e di sfruttamento: la settantacinquenne che ha compiuto rapine perché dipendente dal gioco d'azzardo; lo Stato che “non si vergogna di chiedere le tasse” alle “donne che vendono il loro corpo” (il codice Ateco dell'Istat, ndr).
Come dunque accompagnare Gesù nel suo ingresso?, si è chiesto Napolioni. La sequenza si conclude così. “Tu Re vittorioso abbi pietà di noi”. Dobbiamo perciò imparare “a dire Miserere e Kyrie eleison da pellegrini umili e penitenti, ma gioiosi perché alleati dell'opera di Dio”.
Il vescovo si è poi rifatto alla recente enciclica di papa Francesco, “Dilexit nos” , forse poco conosciuta, dedicata al Cuore di Gesù, non solo come devozione ma nella “capacità di palpitare grazie al cuore stesso di Gesù che ci ha amato fino alla fine”, perché il mondo può cambiare a partire dal cuore. “Andiamo al Cuore di Cristo, il centro del suo essere – ha letto – che è una fornace ardente di amore divino e umano ed è la massima pienezza che possa raggiungere l'essere umano. E' lì, in quel Cuore, che riconosciamo finalmente noi stessi e impariamo ad amare”.
E ancora: “Tutte le creature avanzano insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio, in una pienezza trascendente dove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto”.
In questa Settimana, ha concluso, siamo chiamati a porre il nostro cuore accanto al cuore di Gesù, “a cuore aperto” come in un intervento cardiochirurgico, con tutti “i nostri nodi da sciogliere e le nostre paure”.
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