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IL LIBRO

«Il Po come palestra, il grande affetto della gente la mia benzina»

Ad Acquanegra la presentazione di «Io, Oreste Perri» con l’ex Ct della canoa, Bazoli e Cacciatori

Luca Luigi Ugaglia

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redazione@laprovinciacr.it

12 Aprile 2025 - 18:06

«Il Po come palestra, il grande affetto della gente la mia benzina»

Bazoli, Perri e Cacciatori

ACQUANEGRA - «Il Po è stata la mia palestra», «L’affetto della gente la mia benzina». Se vai sotto al Torrazzo e chiedi al primo cremonese che passa chi può aver pronunciato queste frasi, in pochi avranno dei dubbi: ‘Cat Oreste Perri’, risponderebbe la maggior parte. Sì, Perri: vale a dire il canoista più volte campione del mondo, l’ex ct della nazionale, l’ex sindaco di Cremona, ma soprattutto l’uomo onesto e trasparente che, come ha ammesso lui stesso, quando le urne gli hanno regalato la fascia tricolore sulle spalle «ce l’ha messa tutta perché voleva essere giusto. Si fa presto a dirlo, ma in questi casi non è mai semplice passare dalle parole ai fatti».

Non si è mai gonfiato per i successi conquistati con la pagaia, Oreste. Sollecitato e provocato dalle domande del giornalista Gilberto Bazoli, ieri sera si è confessato nella sala civica. L’occasione è stata la presentazione del libro-intervista ‘Io, Oreste Perri’, scritto da Bazoli per le edizioni di Cremonabooks rappresentate al tavolo ufficiale da Fausto Cacciatori.

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In sala, ospite del Centro di Scrittura Cremonese ‘Mara Maretti Soldi’, oltre al sindaco Oreste Bricchi che lo ha definito «un simbolo e un esempio per tutti nella vita», c’erano cittadini e amici, tra i quali i fratelli Palmiro e Massimo Fanti, titolari della nota tipografia cittadina, originari di Marzalengo come lui.

«Con Palmiro abbiamo fatto i ragazzi insieme – ha detto Perri italianizzando l’espressione dialettale – abbiamo vissuto con i contadini che vivevano di fatica ma con il sorriso, andavamo a scuola a Cremona in bici anche quando le strade erano piene di neve, e allora c’erano due televisioni: una all’oratorio e l’altra all’osteria, guardavamo Rin tin tin e Carosello e poi a letto».

Ripercorrendo la suddivisione del libro articolato nei racconti dell’atleta-campione, l’allenatore, il sindaco e l’uomo, Bazoli ha chiesto a Perri impressioni, giudizi e ricordi e gli ha fatto pescare nella memoria tanti aneddoti, compreso quello amarissimo del massacro di alcuni atleti israeliani dai terroristi di Settembre Nero alle olimpiadi di Monaco nel luglio del 1972: «Ho tutto stampato qui – ha confermato – mi ricordo ogni momento di quei tragici fatti perché la nostra palazzina si trovava proprio davanti a quella dell’attentato».

Per non parlare della soddisfazione avuta ai mondiali di Sofia in Bulgaria, quando tra il pubblico ad incitarlo c’erano due tifosi speciali: mamma e papà: «Sono venuti con l’ingegner Salvadori della Bissolaiti – ha ricordato Perri – non potevo deluderli, ho fatto l’impossibile e ho vinto, ma quando mi hanno tirato fuori dalla barca ero uno straccio e mi sono ripreso dopo mezz’ora».

E poi gli altri, anche quelli legati alla sua vita di ‘politico’. Le virgolette non vanno cancellate perché lui, Perri, sempre slegato dalle ideologie, non ha mai voluto cucirsi sul bavero l’etichetta di un partito e dal 2009 al 2014 ha interpretato il suo ruolo di primo cittadino come primo servitore delle persone, a prescindere dai valori e dai principi in cui crede.

«Quando sono arrivati i risultati – ha ricordato – tutti erano contenti e mi ripetevano che avevo vinto, ma io stavo in silenzio e ho risposto che ci consegnavano una bicicletta e dovevamo pedalare perché ai mondiali vinci quando arrivi al traguardo ma ad un’elezione sei alla partenza: tornavo a casa la sera con la valigia piena di documenti per studiare e poi mi addormentavo tra le carte, in quegli anni ho toccato con mano le difficoltà della città ho cercato prima di tutto di aiutare la persona, non quella di destra o di sinistra. «Non hai forse peccato di ingenuità»? gli ha chiesto Bazoli: «Volevo essere giusto e valorizzare il merito non l’appartenenza ad una formazione politica».

Cosa fa oggi Oreste Perri? Mica è andato in pensione. Oltre a far parte di un’associazione che aiuta gli ex atleti in difficoltà («Quando vinci e ti dedicano i titoloni sui giornali sei qualcuno, ma poi ti dimenticano») è consulente del presidente della Federazione italiana canoa.

«Gli do consigli e suggerimenti, ma ora ho molto più tempo per stare nella mia Cremona, mentre prima ci tornavo poche volte. Se vado sul Po? certo, l’ultima volta mi sono anche rovesciato».

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