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CREMONA

Pestaggio davanti all'Anguissola, 17enne indagato

Farebbe parte del branco che ha preso a calci e pugni uno studente 14enne, mandandolo in ospedale con «ferite multiple». In tribunale non risponde

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

10 Aprile 2025 - 20:50

Non c'è affetto senza rispetto. Forum all'Anguissola

La facciata dell'Anguissola

CREMONA - Tra pochi giorni compirà 17 anni. Farebbe parte del branco che intorno alle due del pomeriggio del 26 novembre scorso, davanti al liceo linguistico Anguissola, ha preso a calci e pugni uno studente 14enne, mandandolo in ospedale con «ferite multiple»: 7 giorni di prognosi. Il giovane indagato oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al vice brigadiere che alle 11.30 lo ha convocato per interrogarlo su delega della Procura presso il Tribunale dei minori di Brescia.

Il 17enne è entrato al Comando della Compagnia dei carabinieri con il suo avvocato, Vittorio Patrini. L’ipotesi di accusa è di lesioni causate dai calci e dai pugni rifilati alla vittima, facendola a cadere a terra e continuando a colpirla anche a terra, «in concorso morale e materiale tra loro e altri numerosi soggetti allo stato ignoti, in particolare una giovane come mandante, e gli altri ragazzi come esecutori materiali».

L’avvocato Vittorio Patrini


Quel pomeriggio, davanti all’Anguissola, in via Palestro, il branco, una ventina di ragazzi, aveva accerchiato il 14enne e, secondo il racconto dei familiari, lo avevano raggiunto, afferrato per il braccio e portato fuori dal flusso di studenti che stavano uscendo dal liceo. A quel punto, gli altri gli erano piombati addosso.

Un’aggressione tanto rapida quanto violenta. Prima di andarsene, i picchiatori avevano fatto cadere a terra il 14enne e pare che qualcuno del ‘branco’ abbia tentato, senza riuscirci, di portargli via le scarpe. Una scena di violenza sotto gli occhi di decine di ragazzi rimasti immobili, forse perché paralizzati dalla paura. Il 14enne aveva chiamato il 118. Un suo familiare aveva espresso «rabbia e tristezza» per il fatto che nessuno fosse intervenuto per difendere il ragazzino e nemmeno per chiamare il 118.

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