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ASELLI: LA STORIA

Cybersicurezza: «Io, hacker a fin di bene»

Mariaschi della 5ª D Lsa in finale alle olimpiadi di Salerno. «Scovo le falle dei sistemi informatici»

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

11 Aprile 2025 - 05:20

Cybersicurezza: «Io, hacker a fin di bene»

Mariaschi è in finale alle Olimpiadi di cybersicurezza

CREMONA - Capelli scarruffati, sorrisino che ammicca sotto il pizzetto e uno sguardo ceruleo ‘da furbetto’ che da dietro gli occhiali rettangolari brilla di intuizioni che noi poveri umani neppure possiamo immaginare. È Massimo Mariaschi, classe 5ª D lsa dell’Aselli, un fedelissimo delle Olimpiadi Italiane di Cybersicurezza, dopo averci tentato l’anno scorso, quest’anno bissa e parteciperà alle finali nazionali a Salerno, il prossimo 26 maggio. Mariaschi è risultato undicesimo in Italia per capacità di sventare possibili attacchi hacker.

A sfidarsi a Salerno su problemi di cybersicurezza saranno cento studenti, provenienti da tutta Italia. Chi passerà le selezioni potrà accedere alla finale europea che si terrà in Polonia. Dita affusolate che volano sulle tastiere dei computer, le mani di Mariaschi sono magre e sottili, si direbbero adatte a insinuarsi negli angoli più reconditi dei sistemi informatici per svelarne i punti deboli. «Mai stato tentato di hackerare il registro elettronico per cambiarsi i voti?», viene istintivo chiedergli, lui sorride e la professoressa che lo accompagnerà a Salerno, Romina Bini afferma: «Non ne ha bisogno, ha tutti 10».

A seguire e preparare alla competizione Mariaschi è il docente di informatica Claudio Manfredini, orgoglioso del suo pupillo, che non esita a far capire essere un genio dell’informatica. Il diretto interessato si ritrae, ma i numeri parlano chiaro: essere arrivato undicesimo in Italia per la risoluzione di buchi nei sistemi informatici non è cosa da tutti.

Una carriera da hacker, ma precisa il diretto interessato: «Sono un hacker etico, ovvero una persona che va studiando quelli che possono essere i buchi o i punti deboli dei siti web, dovuti a ingenuità di programmazione — racconta —. In realtà queste capacità di vedere le falle nei programmi informatici sono preziose e possono essere messe a vantaggio di chi cerca modi per difendersi e prevedere quali possono essere i punti di accesso per eventuali malintenzionato. Per questo negli organizzatori delle Olimpiadi di cybersicurezza ci sono aziende come Eni e Sisco».

Che per Mariaschi la cybersicurezza sia una sorta di pallino è chiaro da quanto racconta: «Quando ero in terza superiore ho partecipato a una challenger interunevirsitaria organizzata per studenti dai 16 ai 24 anni — racconta —. È in quell’occasione che ho cominciato ad appassionarmi a questa materia e a questo particolare aspetto dell’informatica. Oggi come oggi, lavorare sulla sicurezza dei sistemi informatici è determinate e importante. Sono tanti i contesti in cui poter lavorare, io mi sto specializzando sulla sicurezza dei siti web, e su questo lavorerò nella prossima sfida a Salerno. Ogni sistema di sicurezza si rafforza se si riesce a conoscere i punti deboli dei siti e dei programmi informatici che si vogliono difendere. In questo senso vestire i panni di hacker è necessario per eticamente forzare i sistemi informatici, in modo da costruire con consapevolezza strategie difensive capaci di resistere a quelle forzature». E all’improvviso il ‘folletto digitale’ dell’Aselli si fa volatile e scompare risucchiato nell’aula, dopo la pausa dell’intervallo.

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