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CREMONA. NELLA AULE DI GIUSTIZIA

Razzia da Vergani: chieste le condanne

Le richieste del pm: 6 anni al ‘capobanda’ Sciarappa, 5 a Olivieri e assoluzione per Loberto

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

08 Aprile 2025 - 20:21

Razzia da Vergani: chieste le condanne

CREMONA - Un colpo da 400mila euro ai danni dello stabilimento Vergani di via Tacito, avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 maggio 2015. Sul banco erano seduti due dei tre imputati arrivati fino alla sentenza. Gli altri 9 presunti membri della banda di rapinatori hanno scelto strade alternative, tra patteggiamenti e riti abbreviati. Restano imputati Mario Sciarappa, indicato come il leader del gruppo, Salvatore Olivieri e Savino Loberto. Le richieste del pubblico ministero per l'accusa sono state presentate oggi ai giudici: sei anni per il presunto ‘capobanda’, cinque per Olivieri, mentre per il terzo imputato, Loberto, è stata chiesta l'assoluzione.

Secondo gli investigatori, la banda – composta principalmente da pugliesi, molti dei quali originari di Foggia e Cerignola – sarebbe responsabile di 22 furti in tutto il Nord Italia, tra cui spicca il ‘clou’ alla Vergani. Quella notte, sette uomini entrarono nello stabilimento, asportando ingredienti di pregio per la produzione di torrone, tra cui mandorle, per un valore complessivo di circa 400mila euro.

Le indagini, coordinate dalla Squadra mobile di Cremona sotto la guida dell’allora dirigente Mattia Falso, hanno avuto una svolta decisiva grazie alla collaborazione con i colleghi di Modena. Incrociando i dati dei sistemi di videosorveglianza, i traffici telefonici e i pedinamenti, è emerso il modus operandi del gruppo, specializzato in furti di formaggi pregiati (come Parmigiano e Grana Padano), da cui il nome in codice ‘Cheese Hunter’ (‘cacciatori di formaggio’) dell’operazione.

Nel 2015, un’operazione congiunta tra Cremona e Modena portò a una dozzina di ordinanze di custodia cautelare, coinvolgendo per lo più pugliesi residenti tra Foggia, Cerignola e Modena, oltre a un cittadino albanese nel Cremonese.

Sui tre imputati pende l’accusa di furto aggravato e associazione a delinquere. Ieri, nel corso dell’arringa difensiva, l’avvocato degli imputati ha fatto leva proprio sulla gravità dell’accusa che non sarebbe supportata da sufficienti prove: «Mi chiedo a questo punto se ancora sussista una differenza tra un furto in concorso e un’associazione a delinquere».

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