L'ANALISI
05 Aprile 2025 - 10:55
(foto IA)
CREMONA - Perdere i chili in eccesso già durante l’infanzia può cambiare il destino di salute di un’intera vita. A dimostrarlo è uno studio del Karolinska Institutet pubblicato su JAMA Pediatrics, che ha analizzato l’effetto di trattamenti per l’obesità iniziati tra i 6 e i 17 anni, seguiti nel tempo fino all’età adulta.
Il risultato? Chi riesce a ridurre il peso in giovane età vede abbassarsi drasticamente il rischio di sviluppare malattie cardiometaboliche e, soprattutto, di morire precocemente. In particolare, il pericolo di morte prematura cala dell’88%, mentre la probabilità di sviluppare diabete di tipo 2 scende del 58%, quella di soffrire di colesterolo alto del 69% e quella di ipertensione del 60%.
Il campione analizzato comprendeva oltre 6.700 bambini e adolescenti, seguiti per tre anni con programmi per modificare lo stile di vita. I dati sono stati poi confrontati con quelli di coetanei sani per età, sesso e area geografica.
«Nel 40% dei casi, l’obesità infantile si prolunga anche in età adulta, con un impatto pesante sulla salute – spiega Valentino Cherubini, presidente della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) –. In Italia si stima che circa 700.000 bambini tra i 5 e i 15 anni siano obesi, di cui oltre 150.000 in forma grave. E nella stragrande maggioranza dei casi le cause non sono genetiche».
Il messaggio è chiaro: non si tratta solo di “qualche chilo di troppo” che si perde crescendo. Intervenire presto, quando l’obesità non è ancora severa, può prevenire gravi patologie e aumentare concretamente le possibilità di una vita lunga e in salute.
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