L'ANALISI
03 Aprile 2025 - 16:44
CASALBUTTANO - «Se mi fai chiudere ti tiro sotto con la macchina, non lo sai che devo lavorare io?». Affermazioni che riportano le lancette indietro negli anni, al drammatico periodo dell’emergenza Covid. Giorni in cui i cambiamenti delle regole di convivenza e le restrizioni sulle attività degli esercizi pubblici erano scanditi dai Dpcm. E non sempre osservati puntualmente. Come quel 5 novembre, quando la Polizia locale di Casalbuttano sanzionò un locale del paese per il mancato rispetto delle norme. Era da poco entrato in vigore il decreto presidenziale del 24 ottobre che stabiliva per le attività di ristorazione orari di apertura limitati alla fascia 5-18.
Durante un pattugliamento, quel giorno, la Polizia locale trovò il locale in questione con le saracinesche semi-abbassate e un gruppo di persone ancora all’esterno: «Mi devono solo pagare, il locale è chiuso» aveva assicurato il titolare ai vigili. Che si erano riservati di ripassare per verificare l’effettiva chiusura del locale. Ma quando gli agenti sono passati una seconda volta gli avventori erano ancora all’esterno, la serranda ancora semiaperta. Allora è scattata la sanzione: 500 euro di multa e la chiusura del locale per alcuni giorni.
A quel punto il titolare, di fronte alla prospettiva di tornare ad abbassare le saracinesche, era sbottato contro il comandante della polizia locale di Casalbuttano Luciano Baccanti, persona offesa nel processo. Perché alle rimostranze si sono ben presto affiancati gli insulti e le minacce: «Te pappagallo, cretino ti spezzo le gambe». Parole che sono valse, oltre alla sanzione, una denuncia: il titolare del locale si trova ora indagato per violenza e minaccia a pubblico ufficiale e oltraggio a pubblico ufficiale.
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