L'ANALISI
03 Aprile 2025 - 10:40
Fabio Antoldi (Cattolica) e Gianni Ferretti (Politecnico)
CREMONA - L’antidoto all’inverno demografico sono le università: la possibilità di attrarre studenti con percorsi accademici unici e di respiro internazionale diventa strategico per una città che invecchia sempre più e per un territorio che ha bisogno di energie e idee. La casa delle idee sono le università, per loro stessa natura vocate a non conoscere confini, ma ugualmente destinate a trovare radicamento nei luoghi e nelle identità delle comunità. Questo sta accadendo a Cremona, questo è il futuro della città.
Ad esserne convinto è Fabio Antoldi, docente di Economia alla Cattolica, che afferma: «La presenza delle università in città è strategica e agisce su più livelli, uno culturale, un altro sociale e un altro ancora economico. L’attività universitaria porta competenze, idee, cultura, facendo crescere il territorio. C’è poi l’aspetto di carattere sociale. L’università è un attrattore di giovani, studenti in loco, ma anche studenti che vengono da fuori. I centinaia e presto migliaia di ragazzi che frequentano i nostri atenei in pieno sviluppo possono mutare la città, rappresentano un indotto economico non indifferente, ma anche uno sprone a venire incontro alle loro esigenze, a costruire un’offerta culturale e di attività ludiche a misura di studenti. Il riscontro immediato è nello sviluppo delle strutture di accoglienza, nelle ricadute sul piccolo commercio e sui locali pubblici, questo per fermarci al qui ed ora».
Lo sguardo di Antoldi va poi oltre e abbraccia tutti gli atenei cremonesi: «Il fatto che molti dei corsi magistrali siano in inglese, penso soprattutto ai nostri della Cattolica e a quelli del Politecnico, fornisce uno sguardo e un richiamo internazionale, sia per quanto riguarda gli studenti che si trasferiscono in città, sia per la possibilità di far coesistere culture differenti e modi di pensare delle più diverse parti del mondo — conclude —. Sono questi aspetti non indifferenti e che hanno una ricaduta anche sul territorio, sulla possibilità di interagire con le forze economiche e coniugare lo specifico della nostra terra con uno sguardo internazionale».
Gianni Ferretti, prorettore del Politecnico, alla chiusura delle sessioni in Agricultural Engineering e Music and Acoustic Engineering, introduce il tema così: «Ogni volta che presiedo alle sessioni di laurea mi stupisco e ho modo di apprezzare la concretezza e la creatività dei nostri studenti che sanno interpretare le prospettive del comparto agricolo e alimentari, utilizzando le scienze ingegneristiche con intelligenza e fantasia — afferma —. Credo che i percorsi magistrali dedicati all’ingegneria in agricoltura e quella acustica e musicale raccontino della possibilità di fare delle caratteristiche del nostro territorio lo scenario per uno sviluppo di idee che va ben oltre i confini nazionali. Ciò che fanno i nostri ragazzi è in dialogo con le forze economiche della città e del territorio. Ed è lo scambio fra università e contesto che può dare i frutti di uno sviluppo che fa bene alla nostra realtà perché chiama in loco forze nuove e attraverso l’azione accademica sviluppa idee e possibilità di crescita che hanno nel nostro territorio lo scenario per il proprio debutto. In questo interscambio di energie e idee c’è il futuro della nostra comunità».
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