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LA SCUOLA FA PREVENZIONE

Dipendenza dal cellulare: via al Patto per il digitale

Formazione per alunni, docenti e famiglie in quattro istituti: «L’uso degli smartphone va regolamentato»

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

02 Aprile 2025 - 05:20

Dipendenza dal cellulare: via al Patto per il digitale

CREMA - Un Patto digitale, tra alunni, docenti e famiglie, per regolamentare l’uso degli smartphone e dei social in classe, ma non solo. L’esigenza è sempre più forte, alla luce degli esiti di ricerche condotte di recente, sui danni causati dalle nuove tecnologie. La proposta di intervenire sul tema era stata lanciata parecchio tempo fa dall’allora dirigente scolastico Pietro Bacecchi, che aveva richiesto un apposito finanziamento. Ora che è arrivato, sono iniziati i primi interventi. E Bacecchi ha lanciato appunto la proposta di un Patto digitale. 

bacecchi

In città, ci sono scuole che hanno già abolito la presenza dei cellulari degli studenti in classe, come il Cr.Forma e il Galilei. E ce ne sono altre che mostrano ai loro alunni i danni che le nuove tecnologie, come smartphone e social network, possono provocare, come appunto gli istituti comprensivi cittadini. Il Patto digitale sarebbe utile per tentare di incidere positivamente su un focus tematico di impellente attualità, il rapporto fra giovani e smartphone, Internet e social.

L’argomento è stato al centro anche dell’incontro tenutosi nei giorni scorsi in sala Alessandrini, con relatore Marco Gui, docente associato di Sociologia dei media all’università di Milano Bicocca. Il problema del rapporto giovani-smartphone va affrontato tramite un coordinamento sinergico fra scuola, famiglia e agenzie educative. Gui ha illustrato i risultati della recentissima ricerca in materia, evidenziando il rapporto tra uso precoce di telefonini e social e apprendimento scolastico, la relazione fra digital divide e appartenenza sociale dei ragazzi e l’evoluzione nelle diverse età di tali dinamiche. A seguire, ha parlato di Patto digitale, utile per tracciare linee condivise, concordate tra genitori, insegnanti, alunni e portatori di interesse in senso ampio, circa età di approccio a questi ambienti digitali, modalità di contatto, tempistiche, gradualità, presa di autonomia progressiva dei ragazzi, secondo scansioni razionali e non estemporanee. Il prossimo passo sarà ora quello di costruire i vari step procedurali e di costituire gruppi di lavoro, per agire in via regolativa sull’esistente e in via preventiva sul futuro. «È necessario – ha commentato Bacecchi — coniugare l’ormai imprescindibile realtà virtuale con la realtà effettuale, fatta ancora di relazioni, di motivazioni, di emozioni, di conoscenze. Il cyberbullismo si combatte anche così. C’è la preoccupazione che i nostri giovani imparino a vivere onlife, anziché online, in maniera equilibrata e consapevole, senza rinunciare al loro Dna di nativi digitali, ma evitando di diventare schiavi dei social».


I danni provocati da un uso eccessivo dello smartphone sono stati ormai accertati da numerose ricerche scientifiche condotte da varie università. Uno studio recente ha rilevato alterazioni morfologiche e funzionali nel cervello di persone selezionate per il loro uso intensivo del telefono mobile. Un uso eccessivo e compulsivo dello smartphone può interferire con la vita quotidiana. Ad esempio, si è osservata una riduzione di sostanza grigia in alcune aree del cervello, proporzionale alla gravità della dipendenza, e alterazioni del funzionamento. Le alterazioni sono compatibili con quelle conseguenti alle varie dipendenze da droghe. I cellulari possono indurre dipendenza, modificando il significato di un comportamento: stare senza «Quando ero dirigente – spiega Bacecchi – ho chiesto fondi all’Ufficio scolastico regionale per combattere il fenomeno dell’uso eccessivo dei cellulari tra gli alunni. Ci sono stati concessi 5mila euro, da utilizzare per la formazione dei ragazzi ma anche per organizzare eventi divulgativi. Siccome il Crema Due è sempre stato un istituto aperto al territorio, abbiamo reso partecipi dell’iniziativa anche gli ic Crema Uno e Crema Tre e la Fondazione Manziana».

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