Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

LA BABY IMPRENDITORIA IN CRISI

I giovani e il business, un binomio spezzato

In sei anni, in un calo ininterrotto, perse quasi 400 aziende gestite da under 35: -11%. Edilizia e abbigliamento i comparti che perdono di più. ‘Resistono’ i servizi alla persona

Claudio Barcellari

Email:

redazione@laprovinciacr.it

30 Marzo 2025 - 05:15

I giovani e il business, un binomio spezzato

CREMONA - La retorica del ‘largo ai giovani’ è smentita dai dati sulle imprese giovanili: raffrontando i numeri del 2017 con quelli del 2024, emerge che il palcoscenico cremonese ha perso quasi 400 imprese a trazione giovanile, intese come attività «gestite, o controllate in misura superiore al 50%, da imprenditori con meno di 35 anni di età». Lo riporta la Camera di commercio in uno studio sulla demografia delle imprese cremonesi, riferito al quarto trimestre 2024.


Si tratta, sul lungo periodo, di un’emorragia di 33 imprese all’anno, pari al -1,5% sul totale. «La curva delle consistenze a fine periodo mostra una linea in ininterrotta discesa — avverte la Camera di commercio — e lo stock effettivo di imprese giovanili attive è passato dalle 2.490 di fine dicembre 2017 alle attuali 2.106, con una perdita complessiva negli ultimi sei anni dell’11% della propria consistenza».


Il dato entra solo apparentemente in contraddizione con quanto emerge dal saldo iscrizioni-cessazioni, sempre positivo. Come spiegato dalla Camera di commercio, nell’ultimo trimestre del 2024 le iscrizioni hanno superato di gran lunga le cessazioni non d’ufficio (101 contro 58), con un saldo positivo di 43 unità. Lo stesso andamento è stato riscontrato in tutti i trimestri esaminati dal 2011 in poi (il primo anno, cioè, in cui i dati sono stati resi disponibili). «Rispetto alla pari data del 2023 — aggiunge il report — si rileva una contrazione del 9% nel numero delle iscrizioni ed un aumento del 16% nel numero delle cessazioni non d’ufficio».


Tuttavia, non sarebbe corretto dedurre che le aziende che si iscrivono alla Camera sono più numerose di quelle che lasciano. La positività del saldo, infatti, dipende anche dal fatto che dal computo delle cancellazioni «sono escluse quelle che avvengono a causa del superamento dei limiti di età – precisa il report – in quanto non derivano da alcuno specifico provvedimento amministrativo, ma vengono solamente ‘calcolate’ sulla base dei dati anagrafici degli imprenditori già presenti nell’archivio». Fa fede, dunque, il dato sulle consistenze, la cui curva precipita.


La Camera di commercio offre, poi, un quadro delle attività economiche in cui si concentrano le imprese a trazione under-35. Sul totale delle 2106 attività, 514 si situano nell’ambito del commercio, per lo più al dettaglio, con una prevalenza per il settore dell’abbigliamento. Per questa categoria, comparando i dati dello stesso periodo del 2023, la contrazione è stata del 6,2%. Seguono le 295 imprese ‘giovani’ che operano nel campo delle costruzioni edili, che in un anno sono diminuite del 6,3%. Per quanto riguarda le 233 aziende della sezione ‘pubblici esercizi’ (principalmente bar e ristoranti), il calo assume un’entità del 2,5%.


Lo scenario è lo stesso anche per quanto riguarda le altre voci (‘Agricoltura, silvicoltura e pesca’, ‘Attività manifatturiere’, ‘Servizi alle imprese’). «L’andamento numerico — aggiunge il report — nei settori principali di attività economica rilevato dalla differenza delle consistenze alla fine del trimestre rispetto a quelle di dodici mesi prima presenta saldi positivi solo nei servizi alle persone (+6,2%)». «Le imprese giovanili cremonesi — ricorda la Camera di commercio — danno lavoro ad oltre 3.500 persone, delle quali il 22%, cioè 792 addetti, nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione ed un altro 20%, pari a 715 unità, si trova nel commercio. Sono 428 gli addetti del comparto delle imprese edili, mentre si fermano a 341 unità nelle attività manifatturiere».


Si resta, in ogni caso, nell’ambito della piccola e media impresa. Il report conclude esaminando il volume delle singole aziende a trazione giovanile, calcolando il numero di dipendenti che ciascuna di esse riesce mediamente ad impiegare. Le imprese di maggiori dimensioni, che contano oltre 3 occupati per azienda, «operano nei servizi di alloggio e ristorazione». Seconde per volume sono quelle che si situano nel settore delle attività manifatturiere, che contano mediamente 2,4 occupati. Complessivamente, gli under 35 sceglierebbero di arruolare meno personale rispetto alla media delle imprese nel loro complesso. La media di addetti, nell’ambito dell’imprenditoria giovanile, è pari a 1,7 dipendenti, e «rimane al di sotto del dato relativo al complesso delle imprese, che si è già visto essere di 3,9».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400