L'ANALISI
28 Marzo 2025 - 19:22
CREMONA - Ivan Zaffanelli è stato riconfermato segretario generale dell’UST Cisl Asse del Po. Insieme a Zaffanelli, riconfermati come componenti di segreteria Luca Lucchini e Patrizia Rancati.
Quali sono stati i temi principali con i quali si è misurata la segreteria negli ultimi mesi? Quali fronti caratterizzeranno i prossimi mesi?
«La contrattazione collettiva, la sicurezza sul lavoro, la lotta al lavoro povero, la riduzione del cuneo fiscale, le politiche di welfare, la conciliazione vita-lavoro, la riforma della previdenza sono i temi su cui ci siamo misurati in questi mesi. Nei prossimi mesi ci concentreremo sempre su questi obiettivi, consolidando il nostro impegno per la tutela dei diritti dei lavoratori, in particolare di giovani e donne, con massima attenzione all’intelligenza artificiale e ai nuovi diritti digitali dei lavoratori».
Qual è la situazione economica della provincia? Cosa preoccupa e cosa rassicura guardando al futuro?
«Il mercato del lavoro nella provincia di Cremona ha subito trasformazioni significative. Il numero di imprese attive è calato. A soffrire maggiormente sono state le imprese giovanili. Al contrario, le imprese a guida straniera sono in aumento. L’occupazione ha vissuto momenti di forte incertezza. Nel 2019, il mercato del lavoro era solido, con 152mila occupati a Cremona. Poi, la pandemia ha fatto crollare i numeri. Nel 2023 si è assistito a una ripresa, ma caratterizzata da un incremento della precarietà. Guardando al futuro può rassicurare l’impegno a consolidare la tendenza di ripresa che comunque è in atto, pretendendo un lavoro stabile, soprattutto per donne e giovani, puntando, oltre che al rinnovo dei contratti collettivi nazionali, anche all’adozione di contratti integrativi territoriali con efficaci politiche di welfare e integrazione pensionistica. Vogliamo valorizzare la bilateralità e gli enti ad essa dedicati».
I numeri attestano per Cisl Ase del Po una grande adesione e una presenza puntuale sui territori. Quali elementi sono alla base di questa solidità crescente in una fase in cui ci sono organizzazioni sindacali in difficoltà?
«Stiamo crescendo, abbiamo i bilanci in ordine e siamo presenti capillarmente sul territorio. Attribuisco il merito di questo alle nostre categorie, ai nostri operatori, ai nostri servizi, alle nostre associazioni e ai nostri delegati nelle aziende. Sono loro che con impegno quotidiano, ci garantiscono credibilità e fanno in modo che i numeri dei nostri iscritti possano crescere. Vogliamo continuare a valorizzare il confronto, la contrattazione, il dialogo sociale e la partecipazione attiva dei lavoratori alla vita delle aziende».
I rapporti con gli altri sindacati in particolare la Cgil sono statti a tratti tesi. Pensa che le divisioni siano destinate a crescere o viceversa?
«L’unità sindacale non è una formula astratta, ma un obiettivo concreto che può realizzarsi solo a partire dal riconoscimento del cammino già tracciato dalla nostra organizzazione. Un percorso che mette al centro la partecipazione, come chiave per costruire relazioni sindacali mature, responsabili, capaci di affrontare con coraggio e visione le grandi trasformazioni in atto. L’unità si costruisce nei fatti, nella capacità di dare voce e risultati al mondo del lavoro, non nei proclami. La Cisl, come sempre, sceglie la via del fare».
I dazi Usa potrebbero infliggere un colpo duro all’export delle realtà economiche locali. Ad esempio all'agroalimentare. Come si può parare il colpo nel modo più efficace?
«Serve un’Europa forte, che deve investire nel proprio futuro, rafforzando politiche industriali, energetiche e sociali per garantire sviluppo e coesione. È necessario evitare che la corsa al riarmo sottragga risorse fondamentali al welfare e alla crescita. Inoltre, serve una strategia per il post-Pnrr, per evitare un crollo degli investimenti pubblici dopo il 2026 e garantire un percorso di sviluppo sostenibile nel lungo periodo».
Quante possibilità ci sono che il progetto di legge sulla partecipazione dei dipendenti alla gestione delle aziende, principio peraltro indicato nella Costituzione, venga approvato in tempi ragionevoli?
«Ci sono buone possibilità che ciò avvenga, è quello che vogliamo ed è quello per cui abbiamo lavorato molto in questi ultimi anni. Ora il progetto di legge è in discussione al Senato: è già stato approvato alla Camera dei deputati. La proposta di legge riconosce ai lavoratori il diritto di partecipare alla vita dell’impresa, nelle sue diverse forme: gestionale, organizzativa, consultiva, economico-finanziaria. Inoltre, prevede un fondo dedicato da 72 milioni di euro, un primo passo importante, che va sostenuto. Il nostro auspicio è che ci sia una convergenza larga, perché il tema è bipartisan, è una questione di cultura del lavoro e di modernizzazione del Paese».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris