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CREMONA. IL CONGRESSO

Sos della Cisl: meno ditte, più precari

Nel discorso del segretario Zaffanelli uno scenario a tinte fosche. Domani il voto dei delegati

La Provincia Redazione

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27 Marzo 2025 - 18:22

Sos della Cisl: meno ditte, più precari

CREMONA - Il congresso di Cisl Asse del Po è iniziato oggi pomeriggio, al Palace Hotel di Costa Sant’Abramo, all’insegna di numeri importanti. Su tutti quello degli iscritti totali, che hanno raggiunto quota 55.600, in aumento di quasi mille unità rispetto al 2023.

Il cuore della prima giornata dei lavori è stata la relazione del segretario Ivan Zaffanelli, sindacalista di lungo corso che ha mosso i primi passi nel sindacato nella Fai Cisl, fino a diventarne segretario generale. Dal 2019 componente della Segreteria UST Cisl Asse del Po, è diventato segretario generale di Cisl Asse del Po nel luglio 2024, subentrando a Dino Perboni. In questo congresso è stata proposta la sua riconferma. Zaffanelli è intervenuto di fronte a decine di autorità cremonesi e alla presenza del segretario generale Cisl Lombardia, Fabio Nava e del segretario confederale Cisl nazionale, Andrea Cuccello.

Negli ultimi anni - ha spiegato Zaffanelli - il mondo del lavoro ha affrontato sfide senza precedenti: dalla pandemia alla guerra in Ucraina, dalla crisi energetica all’impennata dell’inflazione. «In questo contesto, la Cisl ha ribadito il suo ruolo di sindacato autonomo, libero da influenze politiche, per garantire una rappresentanza autentica dei lavoratori. Il rischio è quello di una società ‘a clessidra’, dove la classe media si restringe sempre di più, lasciando spazio a una fascia crescente di lavoratori in difficoltà e a pochi che concentrano la ricchezza».

«I giovani faticano a trovare un’occupazione stabile e spesso sono costretti a emigrare. Troppi ragazzi iniziano con contratti precari o tirocini, senza prospettive di crescita. Vogliamo rafforzare il nostro Coordinamento Giovani per dare spazio alle nuove generazioni, investendo in formazione e creando alleanze con scuole e università. Il tasso di occupazione femminile in Italia, tra i più bassi d’Europa, continua a essere penalizzato da contratti precari, part-time involontari e disparità salariali».

«Nel frattempo, il mercato del lavoro della provincia di Cremona ha subito trasformazioni significative. Il numero di imprese attive è calato: a Cremona si è passati da 25.951 aziende nel 2019 a 24.787 nel 2023. A soffrire maggiormente sono state le imprese giovanili, segnale preoccupante di una difficoltà crescente per le nuove generazioni nell’intraprendere attività imprenditoriali. Al contrario - prosegue Zaffanelli - le imprese a guida straniera sono in aumento».

«L’occupazione ha vissuto momenti di forte incertezza. Nel 2019 il mercato del lavoro era solido, con 152.000 occupati a Cremona. Poi, la pandemia ha fatto crollare i numeri. Nel 2023 si è assistito a una ripresa, ma caratterizzata da un aumento della precarietà. Anche il ricorso alla cassa integrazione resta elevato».

«Un altro aspetto preoccupante riguarda la sicurezza sul lavoro. Gli infortuni continuano a essere una piaga. Nel 2023, i casi mortali a Cremona sono stati in totale otto. Particolarmente allarmante è il boom degli infortuni in itinere, quelli che avvengono nel tragitto casa-lavoro: +27,2% a Cremona. Anche le malattie professionali sono in aumento, soprattutto i disturbi muscoloscheletrici. Chiediamo più ispettori del lavoro, sanzioni più efficaci per chi non rispetta le regole e un maggiore potere per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza».

«In questo scenario di grandi trasformazioni, l’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il mondo del lavoro. Siamo consapevoli che stanno emergendo tutta una serie di nuovi diritti dei lavoratori da tutelare: i diritti digitali. Chiediamo norme chiare sull’uso degli algoritmi, il diritto alla disconnessione e la tutela dei dati personali».

«La sanità è una priorità del nostro territorio. Il nuovo ospedale di Cremona rappresenta un’opportunità strategica, ma deve essere accompagnato da investimenti nel personale, perché la carenza di medici e infermieri sta mettendo sotto pressione il sistema sanitario pubblico. Rimane aperto il problema delle liste d’attesa, che spingono chi può permetterselo verso la sanità privata, lasciando indietro chi ha meno possibilità economiche».

«Infine, il sindacato continua a puntare sulla partecipazione come strumento di crescita. La proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese, sostenuta da 400.000 firme, è un passo importante per dare più voce ai dipendenti nelle decisioni aziendali. La legge è stata approvata, recentemente, alla Camera dei Deputati ed ora è in corso la discussione al Senato. Ci auguriamo si arrivi, al più presto, all’approvazione definitiva. L’obiettivo - conclude Zaffanelli - è chiaro: costruire un futuro del lavoro più giusto, sicuro e inclusivo. Per farlo, servono investimenti, tutele, regole e un sindacato sempre più attento ai repentini cambiamenti della società».

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