L'ANALISI
CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA
27 Marzo 2025 - 19:46
CREMONA - Quando il 22 novembre del 2019 ha ricevuto un decreto penale emesso in Svizzera per una multa presa dall’auto a lei intestata, è cascata dalle nubi. Perché Kaur non solo non ha patente, non se l’è mai presa, e non ha un’auto. Ma anche perché in Svizzera lei non ha mai messo piede.
La multa notificata da Oltralpe è l’inizio di un’odissea senza fine. Kaur, natali in India, 44 anni, casa in Veneto, è stata travolta da cartelle di pagamento per sanzioni prese a Cremona, ad Arzago d’Adda e Ghisalbo, nella Bergamasca, a Milano e a Grugliasco, in Piemonte. Non solo. Le sono state notificati fermi amministrativi e ingiunzioni di pagamento anche da Regione Lombardia per due bolli auto non pagati. Una marea di atti per un totale di 4.960 euro. E ogni volta, lei è corsa dall’avvocato per impugnare i provvedimenti e andar per Tribunali del nord Italia, accollandosi le spese.
«Mi sembra di vivere un incubo». L’incubo di Kaur ha un nome e cognome. Per l’accusa, si tratta di Virender Singh, connazionale di 30 anni. Il 3 ottobre del 2017 si è presentato in un’agenzia automobilistica del Cremonese. Per il pm, ha ingannato il titolare, facendo intestare la sua auto alla donna, spacciandola per la sua ragazza, rilasciando un’autocertificazione, la fotocopia a colori della carta di identità e della tessera sanitaria, firmando il passaggio di proprietà con il nome di Claudia. Sostituzione di persona e falso sono le accuse contestate all’imputato, difeso dall’avvocato Massimiliano Corbari.
Kaur cinque anni fa lo ha denunciato. Oggi si è alzata alle tre di notte, ha viaggiato in treno fino a Brescia, a Cremona è arrivata in taxi per testimoniare, alle 10.30, al processo. Si è costituita parte civile con l’avvocato Caterina Pacifici.
«Virender Singh? Io non lo conosco, non l’ho mai conosciuto. Non ho auto, non sono mai stata intestataria della vettura Volkswagen. Sì, il documento di identità è il mio. Io ho fatto on-line la patente, che poi non ho preso. Ho dato il mio numero di telefono, ho mandato alla scuola sulla messaggistica quattro foto. Io non so chi mi rispondesse al telefono», ha spiegato la donna, che al difensore ha negato di essere stata a Cremona al matrimonio dell’imputato. «Io sono stata a un matrimonio di familiari, se poi c’era anche questo signore, non lo so, io non lo conosco». E ha negato di averlo successivamente incontrato in un bar.
L’odissea di Kaur è raccontata nelle quattro pagine dell’atto di costituzione di parte civile firmato dall’avvocato Diletta Ceschin di Pordenone.
Dopo la multa arrivata dalla Svizzera e la denuncia per sostituzione di persona, alla donna sono stati notificati in ordine: due preavvisi di iscrizione di fermo amministrativo beni mobili registrati per due verbali di contravvenzione entrambi impugnati davanti al giudice di pace di Milano; una cartella di pagamento relativa ai verbali per tre multe prese a Cremona: la prima il primo dicembre del 2017, le altre il 26 e il 27 marzo del 2018, per un totale di 381,69 euro; una cartella di pagamento per 2.640,62 euro relativa ai verbali di contravvenzione del 23 e 24 dicembre del 2017 emessi dalla polizia locale di Bergamo, impugnati davanti al giudice di pace; l’ingiunzione di pagamento per 966 euro emessa da Ica in relazione a un verbale di contravvenzione del 31 marzo 2018 iscritto al Comune di Rivoli (Torino), impugnata davanti al giudice di pace di Torino.
E ancora, a novembre del 2021, Regione Lombardia ha notificato alla donna due ingiunzioni di pagamento relativo al mancato pagamento del bollo auto per due auto: una per 447,89 euro, l’altra per 524,30 euro. Kaur ha integrato la denuncia e ha impugnato le cartelle davanti alla Commissione tributaria provinciale di Milano. «Seguivano ulteriori cartelle di pagamento notificate dai Comuni di Grugliasco, Arzago d’Adda, Ghisalba, Milano», é scritto nell’atto di costituzione di parte civile. Ma c’è dell’altro. Come se non bastasse, «l’opposizione ai vari provvedimenti è complicata, in alcuni casi, dal fatto che alcuni atti sono stati notificati alla signora presso la casa in provincia di Pordenone, dove aveva formalmente la residenza». Ma Kaur non abitava più lì da maggio del 2012. Vittima di un marito che la maltrattava (l’uomo è stato poi condannato) si era trasferita in Veneto con i suoi quattro figli.
Ma per gli atti notificati in provincia di Pordenone, «la notifica risulta essersi correttamente perfezionata; per questa ragione, alcune impugnazioni non hanno avuto esito positivo, con la conseguenza che la signora non ha ottenuto l’annullamento delle cartelle di pagamento e ha dovuto pagare gli importi ingiunti».
«Un incubo», ha ribadito Kaur prima di lasciare il Palazzo di giustizia, incamminarsi per raggiungere la stazione, prendere un treno per Brescia e da qui per il Veneto. Il 17 aprile 2025, il giudice emetterà la sentenza.
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