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«Ho salvato il liberty cremonese»

Il Soprintendente Barucca va in pensione da martedì: «In otto anni bilancio positivo»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

28 Marzo 2025 - 05:30

«Ho salvato il liberty cremonese»

CREMONA -«Mi piacerebbe tornare a studiare, in particolare le cose bellissime che in questi anni ho incontrato in questo territorio». Va in pensione da martedì primo aprile 2025 Gabriele Barucca, Soprintendente per le province di Cremona, Lodi e Mantova. Sono trascorsi quasi otto anni dal suo arrivo e ora è tempo di bilanci: durante il suo mandato, a Cremona sono state affrontate trasformazioni e valorizzazioni importantissime che hanno cambiato il volto a comparti della città come il nuovo campus della Cattolica a Santa Monica e quello vicino del Politecnico alla ex caserma Manfredini. Altre sono ancora in corso e altre ancora sono arenate.

«Il mio sostituto — spiega Barucca — arriverà fra due o tre mesi. Nel frattempo le mie funzioni sono avocate a Roma ad un funzionario con potere di firma».

«Il bilancio di questo lungo periodo — spiega Barucca — è positivo. Quando sono arrivato, nel 2016, non c’era neppure una sede. Ora c’è, nella bellissima Domus Nova del Palazzo Ducale di Mantova. E c’è una squadra che, ne sono certo, saprà lavorare molto bene anche in futuro. E sono orgoglioso di lasciare la Soprintendenza con trentacinque collaboratori. Non sono i cinquantasei previsti dall’organico, ma nel 2017 erano solo due».

Nel suo bilancio ci sono moltissime cose importanti: non solo Santa Monica e il Politecnico, «per cui è stato determinante il contributo del cavalier Giovanni Arvedi», ma anche il palazzo vescovile, il Museo diocesano, l’adeguamento liturgico della Cattedrale. E poi ci sono le partite in corso, come i lavori di consolidamento strutturale delle arcate murarie del Palazzo comunale. A causa dell’apertura degli archi nella prima metà dell’800, l’intera struttura ha sofferto, faticando a sostenere il suo stesso peso.

L’intervento in corso vuole impedire che il fenomeno si aggravi ulteriormente. L’obiettivo dell’assessore alla partita Paolo Carletti è di arrivare alle celebrazioni del 25 Aprile con i lavori conclusi.
«Si tratta — spiega Barucca — di un intervento complesso che deve conciliare le necessità strutturali con il rispetto della vetustà dell’edificio e dei materiali originali. Il compromesso che abbiamo trovato assolve entrambe le esigenze grazie a un importante lavoro di analisi e di accompagnamento. Ci tengo a segnalare i miei collaboratori Laura Balboni, Filippo Piazza, Nicoletta Cecchini e Aria Amato».

Altro comparto importante di trasformazione è quello relativo alla ex chiesa di San Francesco: «Una rigenerazione con un grado non trascurabile di difficoltà che risponde al tema di dare un futuro agli edifici storici, di invertire la rotta dell’abbandono. Un tema su cui anche il cavalier Arvedi mette in atto la sua visione».

Per quanto riguarda la ex Fornace Frazzi, «c’è stato un ritrovamento che sarà pulito e fotografato, ha valore per la ricostruzione storica ma non blocca i lavori. Sfatiamo il mito che ‘la Soprintendenza blocca tutto’. Siamo vigili e attenti e i cantieri sono le nostre occasioni per fare luce su pezzi di storia».

Esprime invece rammarico il Soprintendente per l’arenarsi del progetto dell’ex monastero di San Benedetto, destinato a diventare la nuova sede dell’archivio di Stato: «Abbiamo recuperato 2,5 milioni di euro che si stanno spendendo e quindi l’ex monastero e la chiesa sono salvi dal punto di vista della salvaguardia. il presidente della Stauffer, Alessandro Tantardini, generosamente ha proposto la donazione del bene, di proprietà della Fondazione, al Demanio. L’accettazione della donazione però è bloccata per una certa rigidità del Demanio e del Ministero della Cultura che ha detto di non avere i fondi per portare a termine l’intervento. Un cortocircuito di cui mi rammarico molto. Ci vuole visione: in quell’area bellissima della città ci sono già le università e l’Archivio risistemato può essere un nuovo motore culturale».

Altro rammarico riguarda il Museo Ala Ponzone: «In otto anni non siamo riusciti a mettere mano alla rivisitazione dell’allestimento della Pinacoteca. Si era aperta la possibilità con un finanziamento importante che poi non si è concretizzato. Volevo mettere mano a Palazzo Affaitati e al vicino Palazzo Soldi». Nell’edificio che ospita il Museo Civico ci sono infiltrazioni d’acqua: «Dobbiamo stimolare le amministrazioni a spendere di più nella salvaguardia del proprio patrimonio».

Poi Barucca rivendica il merito di aver «salvato un bel pezzo della storia del liberty della città di Cremona: con i vari bonus e superbonus, infatti, le facciate e gli ornamenti di molti palazzi sarebbero stati distrutti. Grazie a Balboni abbiamo fatto tante dichiarazioni di interesse culturale. Questo è il nostro lavoro: sensibilizzare di fronte alla deregolazione una presa di coscienza delle bellezze di Cremona che i cittadini hanno ereditato».

In questo senso i rapporti con le amministrazioni comunali «sono state sempre molto buoni, con quella guidata da Gianluca Galimberti e ora con Andrea Virgilio». Anche se Barucca ricorda quando «con una certa irruenza ho fatto capire che bisogna avere rispetto del centro storico». Sotto accusa c’era il Pgt e la previsione di ‘cappotti’ e fotovoltaico sui tetti anche per edifici significativi in centro: «Bisogna avere rispetto. Ma in generale i rapporti sono sempre stati cordiali e proficui».

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