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CREMONA

«Pedinata e violentata», stalker condannato a 6 anni e 3 mesi

L'imputato, oggi 31enne, dovrà risarcire con una provvisionale di 10mila euro l’ex compagna conosciuta quando lui di anni ne aveva 20 e lei 42

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

25 Marzo 2025 - 17:36

«Pedinata e violentata», stalker condannato a 6 anni e 3 mesi

CREMONA - Le ha mandato «con insistenza» dei messaggi e se lei non rispondeva, si presentava sotto casa e si attaccava al citofono, ma anche davanti alla porta, le molte volte in cui è riuscito ad entrare nel palazzo. Spesso si è anche nascosto in soffitta e le ha fatto delle «imboscate». E in uno di quegli agguati, l’ha spinta in casa, poi in camera da letto e l’ha violentata. Stalking e violenza sessuale: 6 anni e 3 mesi di reclusione.


La condanna arriva nel primo pomeriggio di oggi con l’imputato oggi 31enne, che in aula resta tramortito, ammutolito. Dovrà risarcire con una provvisionale di 10mila euro l’ex compagna conosciuta quando lui di anni ne aveva 20 e lei 42. Tre anni di relazione , poi lei «vi pone fine a causa della gelosia, della possessività del compagno. Lui non ha accettato», dice il pm, Francesco Messina, che per l’imputato chiederà 4 anni e 6 mesi. Il pm riprende le dichiarazioni rese al processo dalla donna: «Mi controllava, mi seguiva anche in auto». In un paio di occasioni l’ha anche minacciata di morte: ‘Ti ammazzo se ti trovo con un altro’.

Il pm ripercorre i comportamenti da manuale dello stalker, dagli appostamenti anche davanti al luogo di lavoro della vittima, ai due inseguimenti in auto. «Comportamenti che hanno ingenerato nella donna un comprensibile stato d’ansia». Il pm passa alla violenza sessuale: «Era il 12 dicembre del 2020, un sabato. L’imputato si era nascosto in soffitta. Lei è entrata in casa, lui l’ha aggredita alle spalle, l’ha spinta dentro e ha preteso un rapporto sessuale. C’è stata costrizione, l’ha spinta in camera, l’ha spinta sul letto e nonostante lei si divincolasse e lo pregasse di lasciarla in pace», nonostante lei piangesse, lui non si è fermato.

Vittima «credibile», per il pm. Perché «le sue dichiarazioni non sono mai state esagerate». Perché il 17 gennaio del 2023, in aula la donna aveva fatto verbalizzare di voler rimettere la querela per lo stalking (era tardiva). E perché «al processo ha rilasciato dichiarazioni anche a favore dell’imputato, dicendo che non è stata mai picchiata».

L'avvocato Michele Tolomini


Per l’avvocato di parte civile, Michele Tolomini, l’imputato «vive questa relazione in maniera morbosa. La mia assistita rompe la relazione a Natale del 2019, la punta dell’iceberg è il 12 dicembre del 2020 con la violenza sessuale. Ad un certo punto lei non ne poteva più, ha chiuso, ma lui la considera una cosa sua, la considera la donna sua, impedendole di fare la sua vita. C’è una incapacità di trovare un punto di equilibrio. Lui ancora oggi banalizza: lei stava giocando, abbiamo giocato». Torna alle dichiarazioni della sua assistita. Sottolinea la «sofferenza genuina».


Ribatte l’avvocato Davide Lacchini: «Per tre anni il rapporto va avanti tranquillo con il mio assistito che fa tutto quello che vuole la sua compagna. Un rapporto che assomiglia molto al servilismo. Poi, per i due anni successivi è un rapporto disperante: non sono capaci di lasciarsi, si prendono e si lasciano, questa coppia nei due anni ha alti e bassi. Le chat depositate sono importanti: dimostrano che il rapporto è continuato. La violenza sessuale? In relazione alla ricostruzione riferita dalla persona offesa, il mio assistito potrebbe essere in corso nella cosiddetta dispercezione del consenso, ossia di non essersi reso conto che in quel momento, la signora non intendeva avere quel rapporto rispetto al quale poi ha dichiarato di essersi sentita costretta. Un confronto avrebbe consentito di fugare ogni dubbio». Entro 60 giorni sarà depositata la motivazione della sentenza. «Ricorreremo in appello», ha preannunciato il difensore.

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