L'ANALISI
18 Marzo 2025 - 18:17
CREMONA - «Mi ha messo le mani al collo per dieci minuti». «Dieci minuti o dieci secondi?», rilancia il suo avvocato. «Dieci minuti. Ero molto spaventata, avevo paura che potesse ammazzarmi». Lo chiama «il signor R...» o per cognome, l’uomo con il quale ha convissuto per alcuni mesi e dal quale ha avuto un figlio che lui non ha riconosciuto. Una relazione cominciata a luglio del 2022, «all’inizio molto tranquilla, perché perché lui era gentile e amorevole», troncata a metà febbraio del 2023 con una denuncia per maltrattamenti «perché si è dimostrato una persona aggressiva verbalmente e fisicamente». Maltrattamenti con l’aggravante di averli commessi anche quando lei era incinta.
Parte civile con l’avvocato Marco Simone e teste del pm Francesco Messina, la giovane donna racconta della «gelosia» dell’ex convivente. «Insulti? Spesso, più volte la settimana. ‘P..., t,,,’, sempre gli stessi per gelosia. Lui pensava che avessi altri...». Del signor Roberto’ dice: «Mi controllava anche nei miei spostamenti, voleva isolarmi da mia madre. madre». Racconta delle videochiamate? Fammi vedere dove sei’. Nella sua puntuale narrazione, la giovane racconta le due aggressioni fisiche. La prima è di ottobre del 2022.
«Mi ha messo le mani al collo per dieci minuti». Mima il gesto. «Mentre lavavo i piatti in cucina mi ha sollevato di peso, mi ha portato in bagno e mi ha chiuso dentro a chiave per circa mezz’ora. ‘Aprimi, aprimi’. Non apriva. Dal bagno ho telefonato a sua madre, è venuto ad aprirmi. Mi ha messo le mani al collo per dieci minuti». A dicembre la giovane resta incinta. Il secondo episodio risale al 15 febbraio del 2023. Il giorno prima, lei è in un ufficio. Lui la controlla, le fa una videochiamata. ‘Fammi vedere dove sei’. «Aveva gli occhi fuori dalle orbite».
Il 14 lei lo lascia. Chiama sua madre. ‘Vieni a prendere’. L’aspetta fuori dall’abitazione con i bagagli. «Lui ha avuto un atteggiamento a dir poco sconvolgente - confermerà la madre - Botte sui muri, spintoni a me, a mia figlia, una cosa allucinante. Mia figlia mi ha poi raccontato che era un violento, che una volta l’aveva chiusa in bagno. Lei non mi ha mai detto niente per paura della mia reazione».
Il 15 febbraio, la giovane è in un ospedale di Milano per la visita ginecologica. È in sala d’attesa. Arriva lui. «Gli ho detto: ‘Guarda che tra di noi è finita’. Era incavolato nero. Gli ho detto: ‘Tu sei un pazzo, devi farti curare’. Ha fatto su un casino. Urlava, mi ha insultato». Corrono i medici e gli infermieri. Si allertano i carabinieri. Quel giorno, la giovane viene sistemata in una struttura protetta sino al 20 marzo, quando va a vivere dalla madre. Assistito dall’avvocato Doriano Aiolfi, l’imputato si difenderà l’11 novembre prossimo.
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