L'ANALISI
13 Marzo 2025 - 18:58
CREMONA - Dopo 15 giorni passati a Ca’ del Ferro, oggi pomeriggio hanno lasciato il carcere e sono tornati a casa, agli arresti domiciliari, i due 18enni fratelli gemelli albanesi accusati di aver rapinato il titolare del K2 Kebab, in via Guarneri del Gesù, il 26 febbraio scorso (mercoledì), in concorso con un ragazzino non ancora sedicenne, italiano, lui messo in una comunità.
La decisione del Tribunale del Riesame è arrivata a 48 ore dall’udienza, durante la quale i difensori dei gemelli, gli avvocati Guido Priori e Marco Soldi, quest’ultimo di Brescia, avevano chiesto ai giudici del Riesame in prima battuta di mandare in libertà i due ragazzi, in seconda battuta i domiciliari. Il Tribunale del Riesame ha ritenuto credibile la versione resa alla polizia dal pakistano 39enne aggredito alle sei del pomeriggio.
I giovani erano ubriachi di vodka. Il minorenne voleva andare in bagno, il titolare lo bloccato per un braccio. Nel locale è scoppiata una zuffa. Il ragazzino ha colpito il pakistano alla fronte con un anello, ferendolo. Uno dei gemelli ha partecipato al parapiglia, l’altro si è affacciato sulla porta. Sul bancone c’era un coltello. «Mi hanno minacciato: ‘Dacci i soldi’», la verità del pakistano. I tre sono poi scappati verso i giardini pubblici dove sono stati accerchiati dalla polizia locale, poi arrestati dagli agenti della Volante.
Agli atti ci sono i video girati dalla telecamera interna al K2 Kebab. Secondo la difesa dei gemelli, i filmati avrebbero scagionato i loro assistiti. Ma il video non riprende tutta la scena, perché, come ha riferito il titolare, in piena zuffa i suoi aggressori avrebbero staccato la corrente. La rapina sarebbe continuata al buio. Per il Riesame, se qualche contraddizione c’è stata nel racconto del pakistano, è da giustificare con il suo stato di agitazione. «Siamo parzialmente soddisfatti, valuteremo se impugnare l’ordinanza in Cassazione», hanno commentato i difensori.
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