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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Caos al K2 Kebab: «I video smontano la rapina, vanno liberati»

L’udienza davanti al Tribunale del Riesame per i gemelli 18enne albanesi. I legali: «Acquisiti i filmati. Il titolare non è stato minacciato con il coltello»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

11 Marzo 2025 - 20:35

Caos al K2 Kebab: «I video smontano la rapina, vanno liberati»

Gli avvocati Soldi, Priori e Ventura

CREMONA - La sera del 26 febbraio scorso, mercoledì, sono finiti in carcere «per rapina» e denunciati a piede libero per lesioni, dopo l’aggressione al titolare del K2 Kebab, pakistano di 39 anni, in via Guarneri del Gesù. «Ma i video girati dalle telecamere di sorveglianza interna dimostrano che non vi è stata alcuna rapina».

Gli avvocati Guido Priori e Marco Soldi lo hanno sostenuto oggi, davanti al Tribunale del Riesame di Brescia, al quale hanno chiesto di far tornare in libertà i due 18enni fratelli gemelli albanesi mandati a Ca’ del Ferro due settimane fa, mentre l’altro arrestato, un 15enne italiano, studente con profitto, è tuttora in una comunità: lo assiste l’avvocato Walter Ventura di Brescia. I giudici del Riesame si sono riservati di decidere sull’istanza dei legali dei gemelli.

Erano le sei del pomeriggio. I due 18enni, il quindicenne e altri amici stavano tornando da una festa di compleanno. Avevano bevuto molto: vodka. Il 15enne era entrato nel kebab. «Fammi p...», si era rivolto al pakistano, tirando dritto verso il bagno. Alle sue spalle uno dei gemelli. Il titolare aveva afferrato il ragazzino per un braccio e vicino al bancone dove si preparano i kebab, il pakistano, il minorenne e uno dei gemelli si erano azzuffati.

Mentre l’altro gemello si era affacciato sulla porta del locale. Dalla zuffa, il pakistano era uscito con una ferita alla fronte medicata al Pronto soccorso dov’era arrivato in ambulanza in codice giallo. Quella stessa sera, il 39enne alla polizia aveva raccontato di essere stato minacciato con un coltello preso dal bancone. «Dacci i soldi». E aveva anche parlato di una ragazza del gruppo, scappata, a suo dire, con delle bottiglie di birra. Dopo la zuffa, la fuga verso i giardini pubblici: qui i due gemelli e il 15enne erano stati accerchiati dagli agenti della polizia locale. Portati in Questura, erano stati arrestati dai poliziotti della Volante per rapina. Nel frattempo, agli atti sono stati acquisiti i video che, a detta della difesa, restituirebbero un racconto diverso da quello denunciato dall’aggredito.

«Nessuna rapina. Abbiamo contestato l’insussistenza della gravità indiziaria. Intanto, il mio assistito non c’entra nulla: era il gemello affacciato sulla porta e poi se ne è andato — ha spiegato l’avvocato Soldi —. In più, ascoltando gli audio, non si sentono minacce né richieste di denaro». E il coltello? «Dai video si vede che il gemello lo prende dal bancone e lo sposta. Il coltello non è stato utilizzato per minacciare».

Storia familiare delicata, quella del 15enne. La difesa parla di fatti enfatizzati. Il ragazzino «non nega la zuffa - ha detto l’avvocato Ventura —. Ha colpito il titolare del locale con un anello in quel momento girato al contrario, non pericoloso». Il minore nega la rapina. «Ha raccontato che in quel locale spesso andava a mangiare — prosegue il legale —. In un paio di occasioni era stato cacciato, ma non vai a fare la rapina in un posto che frequenti spesso. Non prendi un coltello e poi vai nei vicini giardini».

Niente precedenti fino alla zuffa del 26 febbraio. «Spero in un recupero del ragazzo nel più breve tempo possibile — ha concluso l’avvocato Ventura — e che non si ripetano più, per lui, situazioni di questo genere».

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