L'ANALISI
13 Marzo 2025 - 18:25
Un’eruzione cutanea causata dalla malattia di Lyme. A fianco, una zecca
CREMA - «Una forte proliferazione come non si era mai vista in passato, con un aumento esponenziale di persone morse dalle zecche». Agostino Dossena, già primario di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Maggiore, mette in guardia i cremaschi. Lo fa a pochi giorni dalla morte di un ragazzino bresciano di 13 anni. L’autopsia dovrà stabilire se all’origine della tragedia ci sia stato il morso di una zecca, risalente addirittura nell’estate 2023.
L’ipotesi è che a provocare il decesso possa essere stata la Lyme, così chiamata dal luogo degli Stati Uniti dove, nel 1975, venne diagnostica per la prima volta la borelliosi, una delle tante malattie che la zecca può trasmettere. Inutile il ricovero del ragazzino all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, dopo che era stato in altri ospedali nel milanese. Con l’arrivo della primavera, il ritorno delle attività all’aria aperta, l’incontro involontario con le zecche può essere dietro l’angolo.
«La zecca non trasmette solo la borelliosi, ma anche una serie di altre malattie batteriche (bartonellosi, babesiosi, rickettsiosi, mycoplasmosi erlichiosi), la Tbe (Tick borne encephalitis) – evidenzia Dossena – l’encefalite virale più altri virus, per fortuna molto rari. La Lyme e la Tbe sono le due patologie più diffuse, ma mentre per la seconda esiste un vaccino, consigliato a chi per lavoro o divertimento frequenta luoghi silvani e la campagna, anche per l’ormai forte presenza di animali selvatici, per la Lyme c’è solo la terapia antibiotica, che però deve essere corretta nei tempi e modi, pena la cronicizzazione».
Dossena ricorda i casi recenti di Tbe nel nord Italia. «Una ventina, prevalentemente nel nord-est, alcuni con esito fatale. Ritengo sia dunque importante attivare l’attenzione su un problema in crescita, legato soprattutto alla bella stagione a cui andiamo incontro – prosegue il medico, che oggi lavora in una struttura privata convenzionata della città –: la mia raccomandazione è di vaccinarsi contro la Tbe, capisco che i vaccini oggi non godano sempre di buona fama, ma questo è di tipo tradizionale e molto sicuro, anche se ovviamente non esiste protezione assoluta».
Inutile ricordare che nel Cremasco le zone boscose, come quelle del parco del Serio o del parco Adda sud, ma anche le vaste distese di prati, ad esempio quelli stabili del Pandinasco, sono aree in cui le zecche possono rappresentare un’insidia. Per questo è importante mettere in atto qualche accorgimento quando si fanno escursioni. Fondamentale l’attenzione alla propria epidermide.
Al termine di una passeggiata o di una corsa in campagna, soprattutto se si è passati tra l’erba alta, bisogna esaminare la pelle prestando attenzione alla parte posteriore delle ginocchia, all’inguine, alle ascelle, all'interno e dietro le orecchie, all’ombelico e al cuoio capelluto. Utile farsi aiutare per controllare zone del corpo dove non si ha una piena visibilità. Se si trova una zecca va ovviamente rimossa subito: più rimane attaccata, maggiore è la probabilità che trasmetta una malattia.
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