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Servizio civile: da Lione in cerca della bellezza

In forza al conservatorio, Nathan Decombe, 23 anni racconta la sua esperienza fra arte e diritto

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

10 Marzo 2025 - 10:13

Servizio civile: da Lione in cerca della bellezza

Nathan Decombe, 23 anni di Lione, sta facendo il servizio civile europeo ed è in forza al conservatorio Monteverdi, dove è occupato in ambito amministrativo. A destra, gli studenti che stanno

CREMONA - Arrivano dalla Francia, dal Portogallo, dalla Lituania e dalla Spagna, sono i ragazzi del servizio civile europeo che scelgono di trascorrere un anno in un paese europeo, per fare esperienza e studiare la lingua. Nathan Decombe, 23 anni, di Lione ha scelto Cremona, ha scelto di trascorrere buona parte del 2025 ai piedi del Torrazzo, attirato dalla tradizione musicale della città e dalla necessità di imparare l’italiano. Capello rosso alla Sinner, sorriso timido, sguardo brillante e attento, Nathan si trova bene a Cremona, dopo due mesi dal suo arrivo non nasconde di apprezzare le gioie della vita di provincia, la sua tranquillità e la possibilità di incontrasi o riconoscersi per strada.


«Ho scelto l’Italia e Cremona — spiega — perché mi interessa la vostra cultura e la musica. Ho conseguito la laurea in diritto e mi sono specializzato nelle norme legate al mondo dei beni culturali, che riguardano le trattative delle opere d’arte, le committenze fra enti pubblici e artisti. Un campo vasto e che mi affascina. Imparare l’italiano è indispensabile, se ti vuoi occupare d’arte, e poi volevo fare un’esperienza lontano da Lione e da casa per mettermi alla prova».

Da qui il desiderio di espatriare e visitare l’Italia, ma partendo da una città a dimensione umana: «C’erano tantissimi luoghi, mi interessava trovare una città piccola, mi piace l’atmosfera che si respira in provincia, quando a settembre terminerà il servizio civile andrò a fare la vendemmia nelle campagne intorno a Lione — racconta —. Cremona la conoscevo per la sua tradizione liutaria e musicale, quando ho visto che era nelle città che si potevano scegliere, non ho avuto dubbi. Poi fra i vari enti a cui chiedere c’era il conservatorio Monteverdi e sono andato a colpo sicuro».

«I miei colleghi lavorano invece al Ponchielli — continua —, chi al Centro Fumetto, chi nella biblioteca di una scuola. Il mio compito all’interno del conservatorio è un compito essenzialmente amministrativo e legato alla comunicazione. Sto imparando a usare Excel, mi occupo di fare foto e seguire gli eventi che il conservatorio organizza. E poi sono a disposizione dove c’è bisogno. Due mattine la settimana siamo tutti a lezione di italiano, poi per il resto si lavora. Mi trovo bene sia con il personale e il direttore Giuseppe Caffi, sia con gli studenti che sono più o meno mie coetanei. Il bello è che comincio a capire e a entrare nel merito del linguaggio musicale, un aspetto che manca alla mia preparazione, ma che mi ha sempre affascinato».


In città vive con alcuni dei ragazzi che fanno la sua stessa esperienza di volontariato: «Percepiamo una paga mensile che ci permette di vivere lontano da casa — racconta —. È una bella prova di autonomia che credo mi aiuterà quando finita questa esperienza dovrò cominciare a guardarmi intorno per trovare lavoro. Il bello che stando in casa con due spagnoli sto imparando, insieme all’italiano, anche lo spagnolo. E ciò non guasta». Come gruppo del servizio civile europea sono stati a Torino, a Mantova e sono in procinto di partire per Roma, dove incontreranno tutti i ragazzi che hanno deciso di fare il servizio civile europeo.

E mentre si alzano barriere fra gli Stati la curiosità di Nathan ben esprime la potenzialità del sentirsi europei e vivere i paesi dell’Unione senza ostacoli: «Qui è bello, hai la possibilità di fare sport, fare lunghe passeggiate, vado al parco vicino al Po a leggere, la sera ci troviamo con gli amici — racconta palleggiandosi fra le mani un libro di Gide —. Ho tempo per me e per mantenere le relazioni avviate in Francia. Il mio sogno è lavorare in un museo, o al ministero della cultura. Si vedrà, non è facile, ma è quello che vorrei fare».

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