L'ANALISI
08 Marzo 2025 - 05:25
CREMONA - Rubinetti virtuosi. In provincia di Cremona il tasso di perdite idriche sul volume di acqua immesso in rete è tra i più contenuti in Italia e il secondo più basso in Lombardia: solo il 23,7% a fronte del 42,4% della media nazionale e del 31,8% di quella regionale. Gli ultimi dati sulla dispersione idrica comunicati da Padania Acque — gestore unico della risorsa idrica del territorio provinciale — aggiornano la classifica lombarda diffusa nei giorni scorsi da PoliS Lombardia nel report dedicato al Goal 6 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che mira a garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie. Un «obiettivo fondamentale non solo per la salute umana, ma anche per la protezione dell’ambiente e il supporto allo sviluppo economico», specificano gli specialisti dell’istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia.
Commentando i numeri delle perdite idriche nel territorio regionale, gli esperti di Polis sottolineano come la gestione delle reti si riveli nettamente più efficiente della media italiana, ma non mancano di mettere in evidenza il rovescio della medaglia, vale a dire che «circa un terzo dell’acqua non arriva agli utenti a causa di perdite lungo il percorso». Nel report, inoltre, si legge: «La situazione è molto differenziata. Le province montane (Sondrio, Lecco) mostrano le maggiori perdite, probabilmente per via dell’orografia del territorio e della dispersione degli insediamenti da servire, e in cinque province le perdite superano il 40%, mentre i dati migliorano nei territori pianeggianti con insediamenti compatti».
In questa cornice, soltanto Milano fa meglio della provincia Cremona. La rete nelle mani di Padania Acque risulta più efficiente delle media dell’intero Nord-Ovest, dove il tasso di dispersione è del 33,4%, e spicca anche per la frequenza — quasi nulla — delle interruzioni di servizio. Ma il gestore idrico cremonese non si siede sugli allori e punta ad un’ulteriore contenimento delle perdite attraverso un piano ambizioso e articolato, finanziato per larga parte tramite il Pnrr (vedi box).
Nella sua analisi sull’acqua, PoliS Lombardia si concentra anche sul livello di soddisfazione degli utenti, reputato un «indicatore cruciale della qualità complessiva del servizio idrico e della sua gestione». Nel report si specifica: «La maggioranza delle famiglie lombarde si dichiara molto o abbastanza soddisfatta dell’assenza di interruzioni della fornitura d’acqua, con un totale di 97,3% che esprime un livello di soddisfazione positivo». E ancora: «Per quanto riguarda l’odore, il sapore e la limpidezza dell’acqua, l’80,8% delle famiglie si dichiara soddisfatto, mentre il 19,2% ritiene che ci siano aspetti migliorabili».
Il documento non manca di prendere in considerazione la comprensibilità delle bollette, «area in cui la soddisfazione è relativamente più bassa, con solo il 71,4% delle famiglie che si dichiara molto o abbastanza soddisfatto». Il resto, vale a dire oltre un quarto delle famiglie, ritiene che ci sia «una necessità significativa di migliorare la chiarezza e la trasparenza delle bollette per renderle più comprensibili ai consumatori». La chiusura è dedicata a chi preferisce l’acqua del rubinetto a quella imbottigliata: «Nonostante gli sforzi per garantire la qualità dell’acqua potabile, il 25,8% delle famiglie in Lombardia manifesta una diffidenza nell’utilizzare l’acqua del rubinetto come fonte di consumo diretto. Si tratta di una percentuale relativamente elevata anche in rapporto alla qualità del servizio idrico integrato rilevato dall’Istat».
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