L'ANALISI
05 Marzo 2025 - 21:32
CREMONA - Un signore, una persona molto preparata, di grande spessore, che ha dato alla politica molto più di quanto ha avuto. È unanime e bipartisan il cordoglio per la scomparsa di Petrisso De Petris, leghista sui generis lontano dai toni più barricaderi del Carroccio. Funzionario civile della Prefettura, nel 1999 era stato candidato a sindaco per la Lega alle elezioni comunali e ottenne 3.273 voti, il 7% al primo turno in cui prevalse Paolo Bodini.
È stato quindi capogruppo fino al 2004 quando si ripresentò ma non risultò fra gli eletti. Successivamente fu nominato dal nuovo sindaco Gian Carlo Corada nel cda di Aem. E Bodini lo ricorda così: «Di lui mi rimase subito impresso il tratto signorile e il rispetto con cui si è sempre rapportato nei miei confronti, anche nei momenti di discussione più accesi durante tutto il mandato elettorale. Un leghista ‘atipico’ se mi è concessa l’espressione, in tempi in cui la Lega era decisamente aggressiva. È stato quindi un ‘oppositore gentiluomo’, come uno si augurerebbe sempre di incontrare, dimostrando in ogni occasione equilibrio e indipendenza di giudizio. Era una persona convinta dell’importanza dell’impegno politico come servizio alla comunità, e credo che in questo suo rigore portasse con orgoglio il suo passato di esule giuliano».
In quel periodo era segretario cittadino del Carroccio Dario Arrigoni che lo ricorda come «una persona molto brava e preparata, molto riservato. È stato dirigente in Regione Lombardia e anche responsabile degli enti Locali per la Lega a Milano. Aveva un grande spessore politico e umano. Si era poi allontanato dal Movimento al quale aveva dato molto senza prendere nulla perché si era sentito scavalcato da persone meno valide».
Istriano di Capodistria, ora in Slovenia, De Petris è sempre stato molto orgoglioso delle sue radici. «Era stato profugo — racconta Arrigoni — e partecipava alle iniziative per tenere viva la memoria di quanto successo». Era anche vicepresidente dell’Accademia dei Risorti, associazione nata con lo scopo di mettere in moto uno scambio culturale tra i capodistriani esuli e i capodistriani rimasti. De Petris discuteva entrando nel merito delle questioni, rifuggendo gli slogan.
«Ricordo Petrisso con piacere — spiega il presidente del consiglio comunale, Luciano Pizzetti —. Siamo stati insieme in Salone dei Quadri. Un vero signore. Nel portamento e nell’eloquio. Avevamo opinioni divergenti sulla politica generale, ma spesso convergenti sul che fare per Cremona. E, sembra irreale, c’erano anche valori di fondo che ci accomunavano. Non è mai stato un estremista. Era un moderato con cui ben si discuteva. Io ero anche Consigliere regionale e ricordo i confronti sulla Regione a conduzione formigoniana. Seri, mai partigiani. Ha praticato la politica e le istituzioni in punta di piedi, con garbo e rispetto. Magari fosse ancora così». Domani alle 11 il funerale in Sant’Ilario.
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