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CREMA SOTTERRANEA

Nelle viscere della città, e così la storia si svela

Speleologi volontari perlustrano le rogge interrate e fanno emergere l’antichità

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

28 Febbraio 2025 - 05:05

Nelle viscere della città, e così la storia si svela

I quattro speleologi volontari dell’associazione Bresciaunderground al lavoro in città per effettuare la mappatura dei tratti sotterranei delle rogge

CREMA - Come spiega il loro motto, cercano l’avventura sotto casa. Sono speleologi di professione e nel tempo libero hanno fondato un’associazione che si chiama ‘Bresciaunderground’. Dopo aver esplorato il sottosuolo della città della Leonessa e di altri centri, nei giorni scorsi sono arrivati a Crema. In quattro, hanno iniziato una mappatura di quello che rimane dei tratti sotterranei delle rogge cittadine. Un retaggio medievale e rinascimentale, non per nulla ci sono ancora vie che ricordano quando Crema si poteva quasi girare in barca nei suoi canali, un po’ come a Venezia, la cui Repubblica dominava sulla città.

Ad esempio, via Ponte Furio o via Ponte della Crema. E proprio nella fascia del centro tra i giardini di Porta Serio e il mercato coperto di via Verdi, dove un tempo scorreva un canale, poi chiuso e interrato, si è concentrato il primo lavoro degli speleologi bresciani. Il loro referente locale è Alberto Tuzza, cremasco che vive in piazza Garibaldi e appassionato di storia locale. Li ha incontrati, proprio mentre si inoltravano in uno dei tunnel rimasti, attrezzati con caschi dotati di torce, abbigliamento impermeabile e stivaloni di gomma.

«Una presenza certamente insolita, che si notava, praticamente sotto casa mia e che mi ha subito incuriosito. Da lì ci siamo conosciuti e adesso mi sto dando da fare per aiutarli», racconta Tuzza. «Abbiamo prima studiato sulla carta quelle che erano le mappe delle principali rogge della città in epoca rinascimentale — interviene Andrea Busi, referente dell’associazione — successivamente ci siamo messi al lavoro per cercare gli antichi punti di congiunzione tra le rogge Rino, Fontana e Crema. Sostanzialmente, l’indagine si è sviluppata tra i giardini d Porta Serio e piazza Garibaldi ma dopo 150 metri di percorso sotterraneo abbiamo dovuto fermarci».

«Appena dopo la seconda guerra mondiale erano state murate delle parti del vecchio corso dei canali — continua Busi —, per ricavarne cantine e fondamenta. Anche per la roggia Crema, speravamo di trovare tracce del manufatto di via Ponte della Crema, ma non ci sono più. Abbiamo comunque percorso l’antico e prosciugato alveo della roggia Rino. Con i piedi dentro il fossato meridionale delle mura del Barbarossa in prossimità della soppressa Porta Ripalta, nella sezione sud-est dello storico anello di difesa urbano, punto dove il corso d’acqua subisce una brusca deviazione lungo l’asse di via Dante. Un andamento probabilmente forzato e scavato artificialmente in un successivo momento. Una tratta sepolta decisamente inaspettata e affascinante che si presenta, seppur di ridotta estensione, in buono stato di conservazione».

Con lui Guido Sartori, Stefano Mondoni e Andrea Marchina. Un’altra indagine ha riguardato un breve percorso sotterraneo tra via Patrini e via Pesadori in direzione dell’ex convento di Sant’Agostino. Nel frattempo è stato lanciato un appello ai cremaschi, soprattutto a coloro che vivano in centro storico. Chi avesse pozzetti di accesso o ricordasse la presenza di corsi d’acqua sotto le proprie abitazioni può contattare l’associazione, inviare foto e altro materiale. «Siamo un gruppo ristretto che conta otto speleologi — conclude Busi — attivo ormai da molti anni e vorremmo ampliare il nostro raggio d’azione e poter verificare l’eventuale presenza di canali sotto il Sant’Agostino». E già nei prossimi giorni dovrebbe tenersi un incontro con l’assessore alla Cultura e Turismo Giorgio Cardile, per verificare questa opportunità.

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