L'ANALISI
26 Febbraio 2025 - 18:20
Nel riquadro Giuseppe Boles
CASALMAGGIORE - Esiste un angolo seminascosto di Casalmaggiore – via Chiozzi – che cela una storia affascinante, a metà tra leggenda e realtà. Si tratta del ‘Vicolo dell’Elefante’, un nome che affonda le radici in un episodio straordinario avvenuto secoli fa, quando un elefante in fuga rimase incastrato tra due case. Giuseppe Boles ha indagato a fondo su questa vicenda e svela dettagli curiosi che l’hanno portato a voler ricordare ‘fisicamente’ la storia facendo apporre una sagoma metallica che verrà svelata sabato.
Poco nota ai più, ha sempre girato per il nostro paese una vecchia storia che aveva più della favola
, racconta Boles. Secoli or sono, un circo itinerante avrebbe perso il suo elefante che, liberatosi dalla catena, si sarebbe poi incastrato tra le pareti di due case limitrofe. Da quell’evento, la piccola viuzza in questione prese il nome di ‘Vicolo dell’Elefante’.
Ma questa storia non è solo frutto della fantasia popolare. Boles ha condotto una ricerca accurata, scoprendo che molto di quanto narratogli corrispondeva alla realtà. Già nelle ‘Memorie storiche di Casalmaggiore’ del 1680, si parla di un ‘Vicolo dell’Elefante’ da tempo completamente chiuso e che collegava via Cairoli a via Cesare Fantini. Ma è da Bressanone che arriva la conferma di un evento accaduto alla metà del XVI secolo e che sottoscrive l’attraversamento in queste zone di un pachiderma soprannominato Salomone, regalo del sovrano del Portogallo al parente arciduca asburgico
. Un viaggio epocale che a quei tempi suscitò grandissimo clamore.
A Bressanone è ancora possibile vedere l’affresco cinquecentesco che ritrae l’animale, insieme alla ricostruzione storica dell’itinerario. Si legge chiaramente di un effettivo passaggio da Cremona a Mantova — continua Boles — strada che non poteva escludere Casalmaggiore
. Affiggere una dima in metallo, opera del noto artista Brunivo Buttarelli, con la scritta ‘Undique libertas se celari potest’ (La libertà può celarsi ovunque), anche se sopra il frontale di un vicolo affine, significa non solo ricordare un suggestivo evento storico, ma rendere omaggio a un principio sacrosanto e spesso calpestato: il diritto alla libertà, innato per qualunque essere vivente
.
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