L'ANALISI
24 Febbraio 2025 - 21:26
CREMONA - «Con il senno del poi è chiaro che Crotti era in difficoltà». Ore 11.11 di oggi. Don Alberto Mangili, dal 2004 presidente di Eco-Company, la cooperativa sociale che aiuta i più fragili, si accomoda in aula. È il testimone del pm, Davide Rocco, nel processo sui 319.560 euro donati dai cremonesi e distratti dal conto corrente di Uniti per la Provincia, la onlus costituita il 13 marzo del 2020 — in piena pandemia Covid 19 — per aiutare gli ospedali in affanno. Storia di fatture per operazioni inesistenti: dai kit salvavita alle sanificazioni. Storia dei pasti caldi consegnati alla Eco-Company.
Unico imputato rimasto è il soresinese Attilio Mazzetti, per l’accusa il braccio destro di Renato Crotti, colui che gestiva la onlus, che aveva carta bianca. Il consiglio direttivo si fidava. Per l’accusa, Crotti «il regista» (ha patteggiato), Mazzetti (difeso dall’avvocato Gian Andrea Balzarini) il «reclutatore» di imprenditori che avrebbero prestato il fianco. Come Cristiano Bozzoli della New Syriuos, installatore di caldaie arruolato da Mazzetti per preparare 1.900 pasti caldi da consegnare alla cooperativa di don Mangili (anche Bozzoli ha patteggiato).
Dal caso ‘pasti caldi’ cinque anni fa è partita l’indagine della Guardia di Finanza. Ricapitoliamo. Primavera del 2020. Dal conto corrente della onlus vengono disposti due bonifici a favore della New Syriuos per 28.060 euro: uno di 9.760 euro, il 14 aprile, l’altro di 18.300, l’8 maggio. Causale: «Preparazione e consegna a domicilio di n. 750 pasti caldi serviti dal 10 aprile 2020 al 31 aprile 2020 a soggetti da voi indicati». La magagna salta fuori in banca. Una onlus nata per la lotta al Covid che versa soldi a una società che installa caldaie? La direttrice di banca alza le antenne, chiede conto a Bozzoli, il quale candidamente ammette: «Io non ho mai consegnato i pasti».
Parte l’indagine: Bozzoli e Mazzetti fiutano brutta aria. Crotti si muove con don Mangili, Mazzetti con Bozzoli. Crotti telefona al prete. I due si conoscono «da tempo; Crotti mi aveva comunicato che era possibile avere dei pasti caldi», spiega il don Crotti gliela vende così. I pasti erano già destinati ad altro beneficiario, ma poiché la cosa non è andata in porto, quei pasti li deve piazzare. «Per me si trattava semplicemente di ricevere dei pasti», prosegue il prete. Mazzetti va da Bozzoli. «Un casino, c’è l’indagine». Mazzetti lo sollecita a cercare diversi catering. I tentativi falliscono. Allora, Bozzoli va a far spesa, si reinventa cuoco, si mette lui ai fornelli. Il 2, il 9 e il 16 luglio i pasti verranno consegnati alla Eco-Company. Sono giorni frenetici. Il sacerdote parla dei pasti con una persona. Crotti viene a saperlo e «la stessa sera mi chiama preoccupato», va avanti don Mangili.
Crotti ha un problema: deve motivare la scelta del fornitore. Ora, don Mangili non conosce né Bozzoli né Mazzetti. Crotti gli detta la linea da seguire nel caso gli investigatore gli chiedano conto: «Devi dire che il nome di Bozzoli te lo ha lo suggerito un sacerdote del Lodigiano». Crotti ha bisogno di pezze che giustifichino quei pasti. Al don fa firmare un documento, si mette d’accordo sulle consegne (i pasti verranno inizialmente consegnati senza bolle ed etichette sugli ingredienti), gli fa persino fotografare i pasti. E sempre Crotti manderà una mail a firma di don Mangili. «È falsa», assicura il sacerdote. «Siccome Crotti lo conosco da tempo - dice il don - il suo modus operandi era particolare, non ho dato tanta importanza a come veniva presentata la cosa. Siccome il suo problema era ... non era andata in porto con l’altro fornitore... Con il senno del poi, è evidente che Crotti era in difficoltà».
I ‘pasti caldi’ sono una delle «operazioni anomale» balzate agli occhi sia del commercialista Pierangelo Seri, consulente del pm nell’indagine sulle distrazioni dei fondi, sia del collega Giorgio Salvinelli, consulente della onlus, parte civile con l’avvocato Roberto Guareschi. Seri dice: «Renato Crotti ritorna come il deus ex machina». Sottolinea: «Qui si sta utilizzando denaro di terze persone: l’attenzione dovrebbe essere doppia, tripla». Poi spiega le anomalie. «È anomalo che i pasti caldi vengano commissionati a un imprenditore che commercia al dettaglio e fornisce caldaie. Pasti caldi a chi? Quando? Non ci sono indicazioni. Anomalo che ciascun pasto costi 24, 20 euro. Per carità, però per un bisognoso è molto». È «anomalo che i bonifici fatti a Bozzoli vengano immediatamente girati ad altri soggetti».
«Anomale» le cinque fatture emesse da Mazzetti alla onlus per 71.980 euro. «In fattura non è indicato né il luogo, né chi, né quando. Mazzetti aveva un’attività come procacciatore d’affari. Come faceva a fare attività di sanificazioni?». E, allora, spunta la Nineteen H20 srls. «Anomalo che la srls sia stata costituita peraltro dopo». E «anomalo che a Mazzetti i bonifici erano su Iban in Bulgaria e in Gran Bretagna. Nulla osta, ma Mazzetti era fallito come socio di una snc».
«Anomale le fatture per 27.450 euro per la fornitura dalla RM Solution di 15 sistemi di allarme. Non si precisa in quale luogo, in quale periodo, non c’è l’identificazione tecnica dei prodotti. Chi li ha chiesti? E perché? E sarà un caso, ma anche qui la partita Iva è stata aperta due giorni prima della nascita della onlus e due giorni dopo la Rm Solution fornisce i sistemi di allarme. E, poi, il denaro è girocontato da Russo a favore di altri soggetti, tra cui lo stesso Mazzetti per 5mila euro su un Iban tedesco».
Mazzetti era un procacciatore d’affari per Verisure (chiamata nel processo dalla onlus come responsabile civile, è assistita dall’avvocato Lapo Pasquetti). Storia di 25 impianti che «nulla hanno a che vedere con il Covid, dati da Mazzetti a soggetti scollegati: la zia, il padre della compagna, il padre del fratello della compagna. Si è fatto lustro con Verisure» e «magari» si è preso le provvigioni. In aula si tornerà il 3 marzo.
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