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Fondi distratti a 'Uniti', Mazzetti a processo: «Il braccio operativo»

Il finanziere racconta l’inchiesta del 2020. Segnalazione anonima sull’indagine

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

01 Ottobre 2024 - 18:00

Fondi distratti a 'Uniti', Mazzetti  a processo. «Il braccio operativo»

CREMONA - L’imprenditore che installa caldaie e che si presta a riciclarsi cuoco per preparare 750 pasti caldi destinati a una cooperativa di Cremona. Le cinque forniture da più di 70mila euro, ufficialmente per le sanificazioni al centro diocesano di spiritualità in viale Medaglie d’Oro a Crema. Ma di sanificazioni neanche l’ombra. La fornitura di tablet e materiale informatico al Comune di Crema, fornitura «mai richiesta, però». I 25 allarmi ‘Verisure’ ufficialmente per gli anziani curati in casa: secondo l’accusa, 18 finirono, invece, nelle case di parenti e amici di Attilio Mazzetti, soresinese, procacciatore d’affari, all’epoca dei fatti (2020) agente o venditore della Verisure Italy, prima ancora amministratore della Leblond srl (gestione di bar e birrerie) fallita nel 2018.

Mazzetti, «il braccio operativo di Renato Crotti», per dirla con il luogotenente della Guardia di Finanza, che oggi al processo ha raccontato l’indagine shock sui soldi distratti dalle casse di Uniti per la Provincia di Cremona, la onlus nata il 13 marzo del 2020 — in piena pandemia — per sostenere gli ospedali in affanno. Soldi donati dai cremonesi alla onlus gestita da Crotti, il «regista» che aveva carta bianca, lui già uscito dal caso con un patteggiamento.

Secondo chi ha indagato, mentre la gente era blindata in casa, terrorizzata dal Covid e senza quasi più lacrime per familiari e amici scomparsi, c’è chi ne approfittò, facendosi «i propri affari».

Storia di bonifici disposti da Crotti, di soldi accreditati su altri conti correnti e subito prelevati, di denaro riciclato e finito anche su conti esteri — Inghilterra e Bulgaria —, di fatture false emesse per operazioni inesistenti. Per l’accusa, Mazzetti sarebbe stato, insieme a Crotti, il promotore dell’associazione a delinquere finalizzata ad appropriarsi indebitamente di denaro offerto dai cremonesi (complessivamente, più di 176mila euro distratti).

Sarebbe stato «l’intermediario», il ‘reclutatore’ di imprenditori compiacenti che, come lui, avrebbero avuto il proprio tornaconto, ma che, a differenza sua, hanno già patteggiato. Difeso dall’avvocato Gian Andrea Balzarini, non era in aula il procacciatore d’affari «che non aveva conti correnti intestati — ha sottolineato il legale — in quanto già amministratore di una società fallita».

La onlus è parte civile con l’avvocato Roberto Guareschi, che ha tirato dentro, come responsabile civile, la Verisure assistita dall’avvocato Lapo Pasquetti.

Il finanziere ha ripercorso l’inchiesta esplosa il 20 luglio del 2020 con perquisizioni e sequestri. A scoperchiare ‘il pentolone’ sono 750 pasti caldi. Secondo l’indagine, Mazzetti arruola un imprenditore titolare della New Syrious, società che installava caldaie, per consegnare 750 pasti caldi alla cooperativa di Cremona. A primavera del 2020, dal conto della onlus vengono disposti due bonifici a favore della New Syrious per 28.060 euro: uno di 9.760 euro, il 14 aprile, l’altro di 18.300, l’8 maggio successivo, con la causale: «Preparazione e consegna a domicilio di n. 750 pasti caldi serviti dal 10 aprile 2020 al 31 aprile 2020 a soggetti da voi indicati».

La magagna salta fuori in banca, l’Intesa San Paolo di Codogno. Qui l’imprenditore ha il conto corrente. Qui l’attenta direttrice di banca si insospettisce. Una onlus nata per la lotta al Covid versa soldi ad una società che installa caldaie?

La direttrice chiede spiegazioni al cliente, che ammette: «Io non ho mai consegnato i pasti». Scatta la segnalazione alle Fiamme Gialle e l’indagine. Ma qualcuno fa una soffiata. Il 20 giugno, Mazzetti va dall’imprenditore di caldaie. «Un casino, c’è l’indagine».

Come faceva a saperlo? L’investigatore ha parlato di «una segnalazione anonima» arrivata al commercialista della onlus, il quale ha mandato una mail a Crotti per vederci chiaro. Saputo dell’indagine, Crotti e Mazzetti devono metterci una pezza. Quei pasti vanno consegnati alla svelta alla Fondazione. Mazzetti sollecita l’amico imprenditore, che si dà da fare. Cerca diversi catering, invano. Allora, va a far spesa lui, si ricicla come cuoco e si mette ai fornelli. Il 2, il 9 e il 16 luglio i pasti verranno consegnati. Ma la «frittata» è fatta.

L’investigatore ha raccontato delle fatture per le sanificazioni «però mai effettuate» al centro spirituale di Crema. E dei soldi usciti dalla onlus ufficialmente per «una fornitura al Comune di Crema mai fatta».

C’è il caso degli impianti di allarme. Il 20 maggio 2020, dal conto della onlus parte un bonifico a favore della Verisure per 34.980 euro. Causale: «Offerta del 14 maggio 2020». Si tratta della fornitura di 25 allarmi «da installare entro il 30 giugno».

Dove? Le Fiamme Gialle scoprono che 18 allarmi vengono installati alcuni nella casa di Mazzetti, altri «nelle case di suo suocero, di suo fratello, di sua zia». Mazzetti si prende le provvigioni. Ma il «caso allarmi» è rimasto fuori dal capo di imputazione. L’investigatore ne ha parlato, perché «serve a capire la galassia» per dirla con il presidente del collegio. Il 29 ottobre si tornerà in aula.

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