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I 160 anni del Manin: dalla memoria al futuro

Autorità, docenti e ex alunni: in tanti hanno celebrato la storia secolare del liceo classico

Francesco Gottardi

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fgottardi@cremonaonline.it

20 Febbraio 2025 - 20:34

I 160 anni del Manin: dalla memoria al futuro

L'intervento del sindaco Andrea Virgilio

CREMONA - ‘Entro nelle antique corti delli antiqui huomini dove [...] mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch'io nacqui per lui’. Parole che risalgono al 1513 quando a vergarle fu Niccolò Machiavelli nella lettera a Francesco Vettori. Ma lo spirito è lo stesso che, ancoro oggi, anima l’opera educativa del liceo Daniele Manin, che oggi ha dato inizio alle celebrazioni per il 160esimo anniversario della scuola. Alla presenza delle massime autorità politiche, militari e ecclesiastiche della città, oltre che di decine fra ex alunni, insegnanti e figure di spicco del mondo culturale cremonese, le parole di Machiavelli hanno orientato le riflessioni dei presenti verso la definizione delle coordinate di un ‘nuovo umanesimo’.


A fare i proverbiali onori di casa è stata la dirigente dell’istituto Maria Grazia Nolli che parte proprio dall’occasione offerta dalla ricorrenza per ripercorrere la lunga storia del liceo cittadino: «Fu collegio dei gesuiti e poi, con l’unità d’Italia venne destinato alla funzione che orgogliosamente mantiene tutt’ora invariata: formare le giovani generazioni cremonesi». A quegli anni risale anche l’intitolazione della scuola a Daniele Manin, patriota e animatore dei moti del 1848 veneziano. Una scelta che fu «mal digerita dalla classe dirigente cremonese dell’epoca, ma di cui oggi siamo fieri: quella libertà per cui si batté Manin è per noi un valore fondamentale».

Maria Grazia Nolli

Una libertà che è prima di tutto di pensiero e di scelta: un’assenza di vincoli e costrizioni che il Manin costruisce giorno per giorno con una formazione che metta al centro la persona e il pensiero critico. «Una libertà – continua Nolli – che permette agli studenti di scegliere e affrontare con serenità qualunque percorso di studi dopo il liceo. E per questo devo ringraziare tutti voi che siete qui riuniti e che collaborate a rendere la nostra offerta formativa ricca e multiforme, rivolta tanto alle ‘antique corti’ quanto alla società che si trasforma al di fuori di queste prestigiose mura».

Il vescovo Antonio Napolioni e il questore Ottavio Aragona

Un percorso di formazione che affonda le proprie radici nella tradizione della formazione classica, arricchito dal respiro internazionale del liceo linguistico, ma che non trascura altre materie, interessi e forme espressive: «La nostra è una rete davvero fitta: abbiamo percorsi di orientamento universitario, Pcto, progetti di promozione della legalità, sensibilizzazione alla pratica sportiva e a un sano stile di vita. Abbiamo il potenziamento delle materie Stem, progetti di volontariato e corsi per le competenze multilinguistiche digitali. Siamo parte della rete interbibliotecaria, offriamo un apprezzatissimo laboratorio teatrale, collaboriamo con il teatro Ponchielli e i nostri ragazzi hanno iniziato un percorso di dialogo con i detenuti del carcere di Cremona grazie alla collaborazione del cappellano don Roberto Musa».

Renata Patria

Una vera e propria galassia di attività, cui immergersi non senza mettere in conto un giusto sforzo: «Da 160 anni – conclude Nolli – il nostro motto è ‘per aspera ad astra’, attraverso le difficoltà fino alle stelle. Un obiettivo che perseguiamo rimanendo fedeli a quella concezione di umanesimo integrale che mette la persona prima della prestazione». Un messaggio raccolto e declinato dai vari interventi che si sono susseguiti nella mattinata di celebrazione nell’aula magna del liceo. Primo a prendere la parola è stato il vescovo Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, che ha citato l’importanza di continuare a «sollecitare la ricerca affinché una comunità non disperda il proprio patrimonio culturale, solo così le domande del futuro non ci metteranno in crisi».

Franco Verdi

Anche il prefetto Antonio Giannelli, parlando agli alunni da ex classicista, ha riflettuto sulla formazione, peculiare dei licei, a «pensare diversamente. Non vuol dire solo uscire dagli schemi, ma anche fare delle scelte con la propria testa, non accomunarsi a quel che avviene». Anche il sindaco Andrea Virgilio ha voluto soffermarsi sul valore di una formazione a 360 gradi: «È fondamentale rimanere in contatto con quel che è nostro, come umani, e metterlo in atto nella società. In questo il liceo ci ricorda che uno studente è un potenziale lavoratore ma è prima di tutto un individuo con una vita da vivere».

Fabio Donati (Ust)

Un messaggio riproposto dall’ex docente e cittadina benemerita Renata Patria: «Quest’anniversario è l’occasione per tornare a ragionare sull’educazione, che sia una vera educazione nei confronti del giovane come individuo e come cittadino» e da Franco Verdi, ex preside dell’Einaudi: «Il Manin porta avanti da 160 anni la sfida della democraticità della cultura e lo fa attraverso una forte apertura delle sue porte alla città, ai cremonesi di tutte le età». Nel pomeriggio le celebrazioni sono proseguite con la lezione «Lo studio del Greco a Cremona dall’Umanesimo agli albori della Contemporaneità» del professor Emilio Giazzi e continueranno nelle prossime settimane con un fitto calendario di eventi.

Giovanni Gagliardi

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