L'ANALISI
CREMA
19 Febbraio 2025 - 16:10
CREMA - «Nel cielo degli Spiriti Magni, ci sono Giacinto Facchetti, Paolo Maldini e Gaetano Scirea. Gli esempi più alti che si possano dare ai ragazzi anche fuori dal campo da calcio. Ibrahimovic sta in Purgatorio, perché ha regalato tanta bellezza ma non si è mai affezionato a una maglia. All’inferno ci sono coloro che sono stati attratti dai soldi, come Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, catturati dalle scommesse, o l’allenatore Roberto Mancini, che ha mollato la Nazionale per andare a farsi ricoprire d’oro dagli arabi, ma anche Gigio Donnarumma. I primi tre sono condannati per l’eternità ad avere due monete sugli occhi e a camminare sui carboni accesi; il quarto a sventolare su un pennone per non aver voluto essere una bandiera».
Ha raccontato così, Luigi Garlando, scrittore, giornalista e prima firma della Gazzetta dello Sport, il suo ultimo libro ‘Nel mezzo del pallon di nostra vita’, che altro non è che la rivisitazione della Divina Commedia dantesca, fatta utilizzando la figura di Roberto De Zerbi (attuale allenatore del Marsiglia), come novello Dante Alighieri che, accompagnato da Nils Liedholm nei panni di Virgilio, attraversa l’inferno, il Purgatorio e infine il Paradiso. «Perché ho scelto De Zerbi? – si è autointerrogato Garlando – perché rappresenta i cultori del bel calcio contro quelli che badano esclusivamente al risultato, come ad esempio Massimiliano Allegri, al quale non sono molto simpatico».
Ad intervistare il giornalista-scrittore e a dialogare con lui e con il pubblico presente in sala Alessandrini, composto da studenti e docenti delle scuole cittadine, è stato Paolo Gualandris, direttore del quotidiano La Provincia di Cremona e di Crema. A portare i loro saluti sono intervenuti il presidente del comitato Trofeo Dossena, Angelo Sacchi, organizzatore dell’incontro, e il consigliere delegato allo sport Walter Della Frera. Presente in sala anche l’assessore all’Istruzione Emanuela Nichetti.
«Ho studiato la Divina Commedia all’università – ha affermato Garlando – ed è scoppiato l’amore. La mia prima perversione è collezionare le traduzioni del testo di Dante, la seconda è scrivere terzine dantesche in endecasillabi. Farli rimare è stata la difficoltà. Dante è uno scrittore per ragazzi: i suoi primi versi li ha scritti a 17 anni, faceva le cose con passione, si è innamorato di una donna che ha visto solo due volte e poi era un rapper, visto che il suo amico Casella metteva in musica ciò che lui scriveva».
A detta dell’autore, questo libro è stato un gioco divertente, ma oggi c’è stato spazio anche per alcuni insegnamenti rivolti alle giovani generazioni: «Il calcio muove grandi interessi ed è esposto a tentazioni, che avvicinano anche la mafia. Il razzismo va denunciato e combattuto, così come certi comportamenti dei genitori alle partite dei loro figli. I ragazzi disimparano dai grandi. Occorre saper tirar fuori la grande forza educativa dello sport e serve dare messaggi dal punto di vista etico. E poi, il calcio deve tornare ad essere fantasia, allegria e spettacolo. Serve una legge a Montecitorio per impedire che venga insegnata la tattica ai bambini».
Non a caso, nel suo libro, Garlando mette Maradona, Pelé, Messi e Baggio nel cielo più alto. Incalzato dalle domande degli studenti, lo scrittore ha poi fatto una carrellata dei calciatori presenti nella sua ‘Commedia’. «Falcao è nel girone degli ignavi per non aver calciato il rigore nella finale di Champions; Paoloni, ex portiere della Cremonese, è all’inferno per il calcioscommesse; lì ci sta anche Zidane per la testata a Materazzi, della quale non si è mai pentito. E poi c’è il girone dei simulatori, condannati a tuffarsi da un trampolino in una piscina piena di squali». Per farla breve, chi tradisce lo spirito dello sport sta all’inferno. Ma non c’è cattiveria nei confronti di nessuno. «Lasciate ogni rancore voi che entrate».
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