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LE TECNOLOGIE DEL FUTURO

Inizia l’era dei robot sociali, e il primo ‘parla’ cremonese

Nel progetto dell’automa, con un suo profumo, coinvolto il centro diretto dal filosofo Ceruti

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

19 Febbraio 2025 - 08:10

Inizia l’era dei robot sociali, e il primo ‘parla’ cremonese

Luisa Damiano, Mauro Ceruti, il robot sociale ScientDia e la locandina del film di Sordi

CREMONA - «Ci sono film e libri di fantascienza che raccontano di robot simili agli umani e sfruttati dagli uomini; azioni che portano a ribellioni di androidi contro gli umani/padroni e a conseguenti catastrofi apocalittiche. Non è il caso della robotica sociale, che progetta robot differenti dagli umani, ma in grado di interagire empaticamente con noi umani». A raccontare il punto di vista filosofico ed etico che anima la robotica sociale è Mauro Ceruti, direttore del Centro di Ricerca sui Sistemi Complessi (CRiSiCo) dello Iulm, incontrato nel cuore di Cicognolo, suo buen ritiro, nel bar in piazza al paese, alla vigilia della presentazione ufficiale di ScentDia, un robot, unico nel suo genere, che sarà presentato in anteprima mondiale venerdì al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

«ScentDia è non solo un’opera d’arte - una ‘scultura’ - robotica, ma anche un robot sociale che, per la prima volta al mondo, integra una dimensione olfattiva, rendendo l’interazione umano-robot più intuitiva e coinvolgente — prosegue Ceruti —. Dopo il film ‘Profumo di donna’, possiamo parlare di ‘Profumo di robot’. A realizzarlo sono stati Mari Velonaki, della University of New South Wales di Sydney, artista e robotica, ideatrice del robot sociale ScentDia; Manos Gerakinis, artista profumiere, creatore della dimensione olfattiva di ScientDia e la collega e mia ex studentessa, Luisa Damiano, professoressa dell’Università Iulm, specialista in filosofia della mente, epistemologia dei sistemi complessi e robotica sociale, curatrice degli aspetti scientifici del progetto».

Grazie all’innovazione tecnologica e rivoluzionaria di ScentDia, la nuova concezione del ‘robot sociale’ come ‘connettore sociale’, proposta dalla filosofa della scienza Damiano apre nuove prospettive nei contesti in cui tale tecnologia trova applicazione, come assistenza sanitaria, educazione, supporto ad personam, marketing, intrattenimento.


«La robotica sociale (Social Robotics) è un settore emergente della robotica contemporanea, focalizzato sulla creazione di robot capaci di interagire ‘socialmente’ con gli esseri umani — spiega Damiano —. Un approccio che punta a trasformare l’interazione umano-macchina in una vera e propria partnership, potenziando le capacità dei robot nei servizi per la persona. ScentDia si pone come esempio concreto di questa transizione, portando l’interazione umano-robot verso nuove frontiere. I robot sociali sono in grado di comunicare con gli umani ‘alla pari’, ovvero attraverso segnali sociali compatibili con quelli umani: gesti, sguardi, espressioni emozionali, comunicazione verbale».


«Nella dimensione olfattiva di ScentDia si esprime il primo profumo sviluppato per un robot sociale: non ricorda alcun profumo biologico o di essere umano, per promuovere la scelta, filosofica ed etica, di introdurre i robot sociali, nei contesti della nostra quotidianità, come nuovi partner per noi umani, e non come nostri sostituti — prosegue la filosofa —. Così ScentDia si muove nello spazio rilasciando una scia unica, che ‘le’ permette di far percepire anche olfattivamente, a chi ‘la’ incontra, la propria forma di presenza».

Ed in merito aggiunge Ceruti: «Noi umani percepiamo il mondo con i cinque sensi, pensiamo a una persona cieca che possa avvalersi di ScenDia, la percepirà registrando il suo profumo, non potendola vedere ed entrando in empatia olfattiva - riflette Ceruti. I robot sociali sono una realtà. Basti pensare a ‘Kaspar’, un robottino con dimensione di bambini e con un volto che esprime una mimica emotiva. Tale robot è utilizzato in contesti terapeutici per bambini autistici. ‘Paro’ è un altro robot che interagisce attraverso la voce e il tatto ed è utilizzato per ridurre stati di ansia in ambiti terapeutici. La robotica sociale propone un modo diverso di concepire i robot, chiamando in causa ingeneri, ma anche filosofi e antropologi, per immaginare e realizzare una tecnologia collaborativa e non meramente strumentale e sostitutiva dell’uomo».

‘IO E CATERINA’, IL FILM PRECURSORE CON ALBERTO SORDI E LA SUA ‘DONNA PERFETTA’

Che l’Albertone nazionale sia stato preveggente? La robotica sociale, o qualcosa che può assomigliarle, è stata anticipata dal film con Sordi, ‘Io e Caterina’, dove Caterina è un robot dell’ultima generazione che sostituisce in tutte le sue mansioni domestiche e relazionali una donna in carne e ossa. Da scapolo impenitente, Sordi, correva l’anno 1980, per immaginare un compagna sempre al suo servizio, decise di firmare anche la regia di questo film ‘fantascientifico’ e che oggi sempre precursore della realtà, ma ovviamente con lo spirito dissacratore che fu di Sordi.

Protagonista è Enrico Menotti, sposato con Marisa, ma da tempo non si interessa alla vita della moglie e ha come amante Claudia Parise, la segretaria d’ufficio. Inviato dalla propria ditta in America per un contratto, Enrico viene ricevuto dall’amico Arturo e, quando gli manifesta le proprie difficoltà con le donne di casa e della vita, quello gli parla entusiasticamente di Catherine, un ‘robot’ femmina perfettissimo e tuttofare. Nonostante il prezzo salato, Enrico ordina una ‘Caterina’ e, forte di tale sussidio domestico, si sbarazza tanto della moglie quanto dell'amante e persino della domestica Teresa. Caterina soddisfa puntualmente ai numerosi compiti, ma poi finirà col mostrare sentimenti di gelosia e col demolire la casa pur di andare a letto col suo ‘proprietario’.

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