L'ANALISI
18 Febbraio 2025 - 05:20
CREMONA - Bando Saap. Mancano esattamente due settimane e un giorno all’ingresso nelle scuole del nuovo gestore Progetto A. A margine delle schermaglie della politica, con maggioranza e opposizione sulle barricate di quello che è stato rubricato come il ‘bando della discordia’, si svolgono i tavoli tecnici. Lontano dai riflettori si riuniscono le categorie e gli enti coinvolti nel passaggio. Prima sono stati i dirigenti scolastici cittadini ad incontrare i vertici della coop bergamasca che si è aggiudicata il servizio, mentre alla fine della scorsa settimana è stata la volta dei sindacati.
Riuniti per la firma dell’accordo nel quale sono state sancite le condizioni del passaggio, i rappresentanti di lavoratori e lavoratrici hanno raggiunto un’intesa con Progetto A «con grande serenità e massima disponibilità da parte del nuovo assegnatario – afferma Cesare Leoni, della FP Cgil – a rispettare gli impegni presi, le norme del codice degli appalti e del contratto nazionale». Uno scenario tutt’altro che scontato nella contrattazione con le aziende, soprattutto nel mondo degli appalti, da più parti stigmatizzato come una vera e propria giungla legislativa.
«Dal punto di vista strettamente contrattuale non possiamo che essere soddisfatti – prosegue Leoni – Tutte le garanzie previste dall’articolo 37 del Ccnl delle cooperative sono state inserite nell’accordo». In particolare il nuovo datore di lavoro si impegna a tentare la riassunzione del personale attualmente occupato alle medesime condizioni salariali. Per i lavoratori questo significa che si vedranno garantiti «il mantenimento della retribuzione da contratto nazionale in essere, ivi compresi gli scatti di anzianità maturati». Inoltre Progetto A si è impegnato a offrire, «un monte ore superiore a quello attuale ai lavoratori che decideranno di effettuare il passaggio».
Un altro elemento insolito nei passaggi di appalto, «nei quali si tende piuttosto a tagliare ore ai dipendenti», ma a sua volta prevedibile considerando la nuova organizzazione del lavoro che, con tutta probabilità, sarà necessario. Il personale che prima svolgeva poche ore settimanali di servizio Saap potrebbe arrivare a trovarsi di fronte un contratto a tempo pieno. «D’altronde — considera Omar Bresciani della Fisascat Cisl Asse del Po — per coprire il lavoro di 156 persone con un numero molto inferiore, rivedere l’organizzazione è inevitabile». Ma per avere notizie certe in questo senso bisognerà aspettare la fine della settimana: proprio in questi giorni sono in corso i colloqui con ciascuno dei 53 lavoratori che hanno dato disponibilità al passaggio.
«Vedremo quanti accetteranno l’offerta. Intanto abbiamo ottenuto un’ulteriore disponibilità: qualora qualcuno di coloro che non era stato inserito nelle liste per il passaggio a Progetto A cambiasse idea, la coop si è impegnata a garantirne la riassunzione». E se i subentranti si sono dimostrati — anche per Valentina D’Alò della UilTuCs — aperti e disponibili al mantenimento di tutti i profili impiegati», qualche neo andrebbe imputato alle coop locali che non avrebbero «adottato i giusti criteri nel redarre le lettere di licenziamento. In particolare sulle tempistiche non c’era grande chiarezza». Un passaggio che non dovrebbe compromettere la transizione dal momento che «per Progetto A fanno fede le liste di nominativi consegnate dai sindacati».
Si cerca insomma di rendere il passaggio il più indolore possibile, nel rispetto di tutte le regole e assicurando alcune garanzie garanzie salariali agli educatori del Saap. Ora resta da vedere come andranno i colloqui individuali e la ricerca di personale per coprire quei 20 posti che per Progetto A mancherebbero all’appello. «Certo qualche difficoltà non mancherà — commenta Bresciani —, trovare tutti gli operatori necessari non sarà facile in così poco tempo. D’altronde tutte le parti sono in difficoltà: non si è mai vista una gara su un servizio tanto delicato fatta con queste tempistiche».
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