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CREMONA

Contratto inesistente con una squadra svizzera, l'ex portiere Paoloni condannato per truffa

Dovrà scontare 1 anno, 1 mese e 15 giorni di reclusione e 500 euro di multa per aver truffato un calciatore di 22 anni, presentandosi come intermediario calcistico e spillandogli 2.200 euro

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

17 Febbraio 2025 - 15:24

Contratto inesistente con una squadra svizzera, l'ex portiere Paoloni condannato per truffa

CREMONA - Una telefonata in Svizzera, al Fussball Club Wil, e si è scoperta la truffa. «Paoloni? Non lo conosciamo». L’ex portiere della Cremonese e poi del Benevento, Marco Paoloni, a Pordenone è stato condannato a 1 anno, 1 mese, 15 giorni di reclusione e 500 euro di multa per aver truffato un calciatore di 22 anni, al quale, presentandosi come intermediario calcistico, aveva proposto un contratto con la squadra svizzera di serie B e con la Nike, facendosi inviare 2.200 euro per spese di consulenza, visite mediche e spese per la redazione del contratto. Scoperto l’inganno, Paoloni non solo non ha restituito i soldi al giovane calciatore cresciuto tra i pali, ma non si è più fatto trovare.


Probabilmente nel club svizzero non era arrivata la eco su Paoloni, l’ex portiere dal quale, nel 2011 a Cremona, era partita la maxi-indagine sulle scommesse e le partite truccate in serie B e Lega Pro. Paoloni era stato assolto con formula piena dalla grave accusa di aver somministrazione un sonnifero, il Minias, ai compagni durante l’intervallo di Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010. Ed era caduta in prescrizione l’altra accusa di associazione per delinquere finalizzata a truccare le partite.


Torniamo al caso di Pordenone. Come riporta Il Gazzettino.it, i fatti sono accaduti tra il 18 novembre 2022 e l’11 gennaio del 2023. Il 17 dicembre scorso, il 20enne aveva raccontato al giudice come fosse caduto nella trappola di Paoloni. «Mi aveva contattato su Facebook - aveva spiegato la vittima -, probabilmente perché aveva visto che avevo indicato la squadra per la quale giocavo».


Paoloni e il ragazzo si erano scambiati messaggi su messanger. L’ex portiere grigiorosso gli aveva proposto un contratto da professionisti in Svizzera: 15mila euro subito e 800 al mese, sui quali lui si sarebbe trattenuto il 10 per cento. E, ancora, un contratto di sponsorizzazione con la Nike: 2.500 euro subito e mille euro al mese. Lusingato, il ragazzo aveva continuato a colloquiare. Paoloni «aveva bisogno di anticipi per le spese - aveva spiegato la vittima -. Anticipi che io ho inviato sulla sua PostePay con la causale ‘consulenze sportive Marco Paoloni’. Mi diceva che servivano soldi per il contratto, che doveva sostenere delle spese e che era andato in Svizzera per me».


Il contratto definitivo con il FC Wil 1900 non è mai arrivato. «Ho visto su Internet che Paoloni era stato coinvolto nel ‘calcio scommesse’, ma che era stato assolto - aveva continuato il 22enne -. In tutto ho versato 2.200 euro, di cui 1.500 erano di mio padre». Quando ha potuto visionare il contratto, il giovane lo ha sottoposto a un avvocato sportivo e ha scoperto che non era quello ufficiale del Coni.

«Gliel’ho fatto presente - aveva precisato il ragazzo -. Peraltro ho scoperto che non era iscritto all’Albo degli agenti sportivi. A quel punto, la società sportiva per la quale giocavo ha chiamato la Fc Wil in Svizzera per capire se Paoloni avesse contatti con loro. Risposero che non lo conoscevano. A quel punto gli ho chiesto la restituzione dei soldi e l’ho diffidato attraverso un avvocato, ma lui mi ha bloccato su Facebook e su Whatsapp». Dopo il 22enne, era stato sentito suo padre, che aveva confermato le dazioni di denaro e aveva precisato che i contatti li aveva sempre tenuti il figlio con Paoloni. La vicenda era stata denunciata ai carabinieri della stazione di Caneva.

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