L'ANALISI
16 Febbraio 2025 - 05:10
CREMONA - Ha voluto aprire il suo atelier vicino alla bottega del suo maestro, Riccardo Bergonzi, al 53 di corso Garibaldi. Al civico 54 c’è Casa Stradivari. Per Giovanni Lazzaro, liutaio padovano, passato e presente s’intrecciano, non per nostalgia, ma per oculatezza e strategia imprenditoriale. «Nel 2019 ero in via Gonfalonieri e ho fatto la spola con Padova dove ho una mia bottega — racconta —. Poi ho preso la decisione di ingrandirmi e investire su Cremona che, anche grazie al numero di liutai, è un crocevia importante. Le potenzialità di questa città sono enormi, ma al tempo stesso bisogna avere la consapevolezza che la liuteria cremonese è importante, ma non può arroccarsi in localismi che rischiano di soffocarla. Di questo mi sono reso conto nelle mie esperienze internazionali. Ma qualcosa si sta muovendo, realtà come il Museo del Violino e la confinante Casa Stradivari raccontano di quanto sia importante puntare in alto». Accento marcatamente padovano, Lazzaro, classe 1967, racconta, non senza emozione, la decisione di fare il liutaio, presa a 14 anni: «Ho sempre amato la musica e lavorare il legno — racconta —. Dopo le medie, mio padre mi portò a vedere la scuola di liuteria di Cremona. Mi ricordo che mi incantai davanti a uno studente che stava scolpendo una testa di violino e dissi: io voglio fare quello. Mi trasferii a Cremona, entrai al collegio Sfondrati e cambiai completamente vita. Avevo trovato l’obiettivo della mia vita. Quest’anno sono 40 anni dal diploma».
Di strada poi Lazzaro ne ha fatta: «Dopo il diploma sono tornato a Padova e ho cominciato la mia attività di liutaio, ma la svolta è arrivata nel 1993, quando ho deciso di frequentare il prestigioso Stringed Instrument Restoration Workshop, tenuto dalla Violin Society of America all’Oberlin College. Mi si è aperto un mondo: le prospettive della liuteria mi hanno portato a occuparmi di restauro — spiega —. Poi ho proseguito a specializzarmi affidandomi ai maestri Igor Moroder, a Verona, per il restauro, Giancarlo Guicciardi, a Modena per la costruzione, e Hans Nebel, a Parma, per il ritocco delle vernici».
Il mondo del restauro degli strumenti antichi diventa prioritario nell’attività del maestro padovano fino alla decisione di aprire un atelier anche a Salisburgo: «L’esperienza salisburghese è stata ed è fondamentale, anche se ultimamente ho lasciato a un mio socio la gestione dell’atelier — spiega —. Una realtà come Salisburgo ti rende chiaro ed evidente come non si possa fare liuteria senza intessere un rapporto stretto con i musicisti. Anche la possibilità di esaminare, restaurare e conoscere violini di scuola classica è determinante, nella realtà salisburghese una cosa all’ordine del giorno. Tutto ciò ti permette di farti l’occhio, fare esperienza e imparare di continuo. Dopo tutto, la storia insegna, basti pensare a cosa è stato Fernando Sacconi con la sua esperienza newyorkese, che lo portò a rielaborare la prassi costruttiva stradivariana. In questa direzione va tutta la mia professionalità, che divido fra Cremona, Salisburgo e Padova, nella convinzione che fare liuteria non voglia dire spedire i propri strumenti dall’altra parte del mondo, ma lavorare in sinergia e collaborazione con i musicisti, come faceva Stradivari».
«In bottega c’è con me Luca Tacchella, classe 1998, vincitore della borsa di studio della Fondazione Cologni di Milano. Un collega con cui è bello condividere quanto so, in un rapporto di trasmissione di saperi», spiega Giovanni Lazzaro.
Tacchella arriva da Verona, e ha una storia del tutto particolare, la liuteria è una conquista tardiva, una vocazione cresciuta pian piano: «Da ragazzino suonavo il violino e anche un poco la viola — racconta —. Poi ho accantonato la musica e mi sono laureato in Sviluppo e cooperazione internazionale, lavorando come cameriere e studiando. Ma si sa, le passioni che si coltivano precocemente alla fine sono destinate a riemergere e chiedono conto».
La passione di Tacchella è quella per la musica e la costruzione degli strumenti ad arco e da lì la decisione di cambiare completamente vita: «Ad un certo momento ho deciso di buttarmi e mi sono iscritto alla Scuola civica di liuteria di Milano — spiega —. La scelta è caduta su Milano perché come piano di studi ha un maggior numero di ore di laboratorio della scuola cremonese, ma soprattutto perché è una scuola postdiploma, quindi con studenti più vicini alla mia età, per così dire».
Dalla civica di Milano a Cremona presso Lazzaro è per Tacchella un passo importante: «Il maestro Lazzaro mi ha accolto e per me lavorare con lui è un’opportunità non da poco — spiega —. La borsa di studio dura sei mesi poi si vedrà, intanto la possibilità di stare in bottega e avere un confronto con un liutaio che non è solo costruttore di violini, ma anche restauratore è un’opportunità importante. poi vedremo da cosa nasce cosa».
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