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IL REPORT DELLA CISL

Scuola: «Stipendi indegni»

I dati dell’indagine presentati al congresso regionale in Cattolica

Francesco Gottardi

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fgottardi@cremonaonline.it

14 Febbraio 2025 - 15:43

Scuola: «Stipendi indegni»

CREMONA - «Oggi lavorare a scuola, soprattutto se si è insegnanti, è quasi una missione, un percorso ad ostacoli». A sancirlo, dati alla mano, è una ricerca commissionata dalla Cisl Scuola Lombardia, che è stata presentata nei giorni scorsi nella prima giornata dell’ottavo congresso dell’organizzazione a Cremona, presso il Campus Santa Monica dell’Università Cattolica. L’indagine, realizzata da BiblioLavoro (il centro studi della Cisl Lombardia), ha coinvolto circa duemila lombardi iscritti al sindacato, che hanno risposto a un questionario con 30 domande. Il campione è composto per l’85% da docenti, per il 14% da personale Ata e per l’1% da dirigenti scolastici. Il 61,2% è laureato. La maggior parte degli intervistati si concentra nella scuola secondaria di secondo grado (31,7%) e in quella primaria (31,4%), il 21,3% opera nella scuola secondaria di primo grado, mentre il 15,1% in quella dell’infanzia. Sia fra i docenti che fra il personale Ata oltre 2 su 10 sono precari.

«Il quadro emerso dalla ricerca – ha commentato la segretaria generale della Cisl Scuola, Monica Manfredini – è abbastanza preoccupante. Dalle interviste traspare un evidente disagio in chi opera nel sistema dell’istruzione, che si manifesta in una condizione di forte stress. Si avverte anche una certa sofferenza per la scarsa considerazione sociale di cui oggi gode la professione dell’insegnante, un tempo invece molto rispettata, che talvolta sfocia in episodi di bullismo e violenza. Il futuro si costruisce a partire dalla scuola e che futuro può avere un Paese che non valorizza adeguatamente chi la fa funzionare ogni giorno?». Quanto alle rivendicazioni «le risposte alle interviste sono chiare: bisogna aumentare gli stipendi, che sono fra i più bassi in Europa, occorre risolvere il problema del precariato, va migliorata l’organizzazione del lavoro, appesantita dagli eccessi burocratici, si deve investire per ammodernare le strutture e le attrezzature. La scuola, in sostanza, va riportata al centro del dibattito pubblico».

Stress lavoro-correlato
Il report mette in luce le principali criticità vissute dal personale della scuola. Prima fra tutte quella che la Cisl presenta come «un’emergenza da affrontare. Quasi 6 persone su 10 dichiarano di provare sempre o spesso una condizione di stress lavorativo. Le cause principali? Il carico di lavoro eccessivo (57,6%), la mancanza di supporto da parte dei superiori (36,3%), le classi troppo numerose (30,2%), le relazioni difficili con i genitori (25,8%), le condizioni dell’ambiente di lavoro (25,5%). I più colpiti sembrano gli over 35 e quelli da più tempo nel ruolo». Oltre il 60% degli intervistati ritiene che il supporto della scuola nella gestione dello stress sia insufficiente o inesistente.

Rapporto con le famiglie
Un aspetto che, nel report, viene sottotitolato con l’emblematica formula: ‘tra dialogo e incomprensioni’. «Nonostante il 65,4% degli intervistati descriva positivamente il rapporto con i genitori degli studenti, emergono criticità importanti: il 72,7% denuncia un'eccessiva protezione nei confronti dei figli, il 39,8% lamenta la mancanza di rispetto per il ruolo dell'insegnante e il 33,5% sottolinea la presenza di aspettative irrealistiche nei confronti della scuola».

Ambienti di lavoro
«Urgono interventi: il 42,5% degli intervistati giudica inadeguate le condizioni fisiche della propria scuola (aule, laboratori, strumenti…), con problemi legati alla scarsa manutenzione, agli spazi insufficienti e alle attrezzature obsolete. Il 21% lamenta scarsa pulizia e il 18% sicurezza non adeguata».


Organizzazione del lavoro
«La burocrazia pesa troppo
Oltre 4 intervistati su 10 reputano l’organizzazione della scuola in cui lavorano non efficace. Il 64,6% individua nell'eccessiva burocratizzazione una delle principali criticità, seguita dal poco supporto da parte della dirigenza (27,5%), dalla carenza di personale (26,8%) e dalla mancanza di risorse (25,9%)».

Professione insegnante
La retribuzione inadeguata (74,7%) è il principale elemento che rende poco allettante lavorare nella scuola. Seguono il carico di lavoro eccessivo (49%), lo stress lavoro correlato (35,7%) e la carenza di riconoscimento sociale (33,4%). Ma pesano anche la mancanza di prospettive di carriera (23,7%) e l’eccessiva precarietà (20,8%). Il precariato non è solo un fenomeno giovanile: quasi il 20% degli over 35 non ha un contratto a tempo indeterminato».

Un vero e proprio grido d’allarme lanciato dalla viva voce di chi, ogni giorno, anima il sistema educativo del Paese. E che oggi chiede a gran voce: «Meno burocrazia, più didattica».

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