L'ANALISI
05 Febbraio 2025 - 05:10
CREMONA - «La diminuzione del 12% della cassa integrazione guadagni (Cig) nella nostra provincia va letto in tutta la complessità che sottende». A smorzare gli entusiasmi sui numeri diffusi dall’Inps a livello nazionale è il segretario della Cisl Asse del Po, Ivan Zaffanelli. Il sindacato ha analizzato, come ogni anno, l’andamento dei ricorsi alla cassa integrazione nei diversi settori economici provinciali facendo emergere un quadro ‘in chiaroscuro’ delle realtà produttive cremonese.
«Con un totale di 2.257.904 ore autorizzate, a fronte delle 2.562.036 del 2023, può essere interpretato superficialmente come un segnale positivo di ripresa, ma una lettura più approfondita emerge nei andamenti molto differenti tra i vari comparti economici, con settori ancora in difficoltà». In particolare, il settore manifatturiero presenta una riduzione generale della Cig, «ma con andamenti disomogenei: nelle industrie meccaniche: cala del 5% rispetto al 2023, nel manifatturiero il crollo è stato del 44% e per il comparto dell’industria chimica, petrolchimica, della gomma e delle materie plastiche la riduzione è del 20%». Se in questi settori la ripresa è sancita da un minor ricorso agli ammortizzatori sociali emergono tuttavia «situazioni preoccupanti in altri ambiti.
È il caso del settore del legno in cui il ricorso alla cassa integrazione ordinaria ha registrato un aumento di 160.216 ore (dalle 26.156 del 2023 alle 186.372 del 2024), pari a un esponenziale +613%. Anche il settore dell’abbigliamento con il suo +759% evidenzia una forte crisi del comparto tessile. Non è esente nemmeno il business alimentare: qui la cig ordinaria sale del 33%, mentre quella straordinaria impenna di un impressionante 406%, passando da 52.800 a 266.950 ore. Un dato che segnala una forte instabilità in un settore tradizionalmente solido».
Crescono, in controluce con il dato generale, anche le aziende in difficoltà nel campo della lavorazione dei minerali non metalliferi e in quello delle costruzioni (industria edile +4% e artigianato edile +48%). «L’aumento della cig in questo settore – continua Zaffanelli – potrebbe derivare sia da una riduzione della domanda nel settore immobiliare che da ritardi nei cantieri pubblici e privati. È un dato da monitorare attentamente nei prossimi mesi per comprendere se si tratti di un fenomeno congiunturale o di una tendenza strutturale».
Anche rispetto a uno dei dati apparentemente più incoraggianti del caso del 55% del ricorso alla cassa straordinaria la Cisl non si lascia andare a frettolose esultanze: il drastico calo da 726.903 ore nel 2023 a 327.950 nel 2024 «potrebbe indicare che alcune aziende hanno già chiuso o ridotto drasticamente il personale». Crescono invece del 314% le ore di cassa di solidarietà, quel provvedimento che riduce le ore di lavoro dei dipendenti per evitare licenziamenti: «È un segnale importante, che indica la volontà di trovare soluzioni condivise tra imprese e lavoratori per evitare un impatto sociale drammatico».
Insomma, il contesto cremonese registra, per Zaffanelli, «una ripresa con ancora molte fragilità settoriali di fronte alle quali serve un impegno più incisivo delle istituzioni per accompagnare la ripresa con politiche di sostegno all’occupazione e agli investimenti». Una ‘ricetta’ che, stando alla Cisl, passa per «politiche industriali mirate», una «maggiore attenzione alle crisi aziendali», «investimenti strategici e incentivi mirati», «il rafforzamento della contrattazione collettiva e degli strumenti di welfare contrattuale» e il «un rilancio degli investimenti pubblici nell’edilizia e nelle infrastrutture».
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