L'ANALISI
13 Febbraio 2025 - 17:57
CREMONA - «'Strumentalizzati dalla destra' ,'Ignorati dalle loro cooperative', 'Protesta pretestuosa per ragioni economiche'. Questi alcuni dei giudizi emersi sulla nostra categoria, dopo gli ultimi sviluppi della questione Saap. Insomma, mai interpellati, ma comunque giudicati!». Inizia con queste parole il comunicato diffuso oggi dagli operatori e dalle operatrici sociali che martedì hanno organizzato un partecipato presidio sotto il Comune in concomitanza con la Commissione di vigilanza convocata per fare chiarezza proprio sulla loro situazione.
Dopo i numerosi interventi, nelle sedi istituzionali e sui media locali, delle forze politiche cittadine ora il gruppo di lavoratori ha deciso di prendere parola in prima persona per «fare un po’ di chiarezza in mezzo a questo teatrino politico-economico che si è costruito. Non ci interessa entrare in quella scena che non ci appartiene ma allo stesso tempo sappiamo bene che le linee politiche che il Comune, con qualsiasi giunta, decide di imprimere alle proprie scelte ci riguardano in prima persona. A vivere le conseguenze di questi 'casi politici' siamo noi».
In particolare gli operatori che hanno animato la protesta mettono in luce la scarsa preparazione dell’amministrazione di fronte alle prevedibili conseguenze di un bando a metà anno. «Quali considerazioni sono state fatte prima di decidere di indire una nuova gara su un servizio così delicato? Quali le conseguenze previste in caso di vittoria di uno o dell'altro soggetto? Ve lo diciamo noi. Lo abbiamo sentito chiaramente ieri in sede di Commissione: nessuna valutazione o previsione, non c'era motivo di fermarsi a pensare alle conseguenze prima di fare questa gara».
Bersaglio dei lavoratori, come lo era stato nei giorni scorsi per la minoranza, sono stati gli appalti: «Com'è possibile che una giunta che si dichiara vicina ai servizi, ai lavoratori, al mondo del sociale, non si renda conto dell’incoerenza di lasciare a una gara, a un gioco competitivo ed economico, il futuro di utenti fragili e centinaia di lavoratori?». E in questo, si smarcano dalle responsabilità della mancata continuità: «Ricordiamo che non siamo noi a non aver previsto le conseguenze di una gara lanciata a luglio 2024 e conclusa a gennaio 2025, alla metà esatta di un anno scolastico già faticosamente progettato. Noi, lo ripetiamo ancora, siamo coloro che lavorano in prima linea con bambini ragazzi famiglie scuole, ogni giorno, da anni. E siamo anche coloro a cui vengono date spiegazioni e informazioni chiare solo all'ultimo momento».
A fare un riepilogo della situazione sono proprio i lavoratori e le lavoratrici: «Il primo marzo è previsto il subentro ufficiale della nuova cooperativa nel servizio e quindi nelle scuole cremonesi. Gli utenti coinvolti sono circa 250, gli operatori attualmente impiegati sono 156. Gli operatori disponibili al passaggio col nuovo gestore, come rivelato dalla stessa Progetto A, sono una cinquantina». A fronte di un calcolo meramente numerico gli operatori sociali si chiedono: «Quanti bambini e ragazzi rimarranno quindi senza educatore? Per quanto? Le scuole si troveranno a dover gestire difficoltà nuove non dipese da loro?».
Nessun attacco nei confronti di Progetto A, «cui non può essere rimproverato nulla se non la poca chiarezza con quello che vorrebbe diventasse il suo personale». Ma le difficoltà legate ai tempi strettissimi, tanto per la nuova assegnataria che per i lavoratori, sono evidenti: «E allora chiediamo al Comune: era davvero necessario con queste tempistiche?». E lo sguardo delle lavoratrici si proietta in avanti, oltre il loro caso specifico, per porre la questione, che ancora nessuno ha sollevato, delle garanzie per il futuro oltre le dichiarazioni di vicinanza o indignazione di questi giorni: «La gara è persa. Lo sappiamo! E alla prossima gara? Si ripresenterà la stessa situazione? Si faranno le stesse scelte politico-economiche? Queste sono le domande che sarebbe opportuno porsi adesso».
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