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IL BANDO DELLA DISCORDIA

Scintille in commissione, Progetto A in alto mare

Mentre la politica si divide la coop bergamasca cerca operatori per coprire il servizio

Francesco Gottardi

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fgottardi@cremonaonline.it

11 Febbraio 2025 - 22:12

Scintille in commissione, Progetto A in alto mare

CREMONA - Giù, in piazza Stradivari, il folto presidio di operatori e famiglie. Su, nelle sale di palazzo comunale, la riunione della commissione di Vigilanza convocata per fare chiarezza sulla spinosa vicenda del bando Saap.

Ad aprire i lavori sono state le parole della presidente, Chiara Capelletti, intervenuta per sgombrare il campo dalle ambiguità: «Non siamo qui per sindacare sulla regolarità dell’azione amministrativa. Vogliamo piuttosto dibattere dell’efficacia delle scelte dell’amministrazione, perché la politica determina degli indirizzi di cui bisogna assumersi la responsabilità». responsabilità cui l'assessore Marina Della Giovanna e il sindaco Andrea Virgilio non si sono sottratti: «Abbiamo fatto una scelta, andare a gara, lo voglio rivendicare».

Il percorso, ricostruito nella sua relazione iniziale dall’assessore alle Politiche sociali, parte con l’esigenza di «adeguare le retribuzioni dei lavoratori, come da richiesta delle cooperative, in seguito al rinnovo del contratto nazionale». Per poter applicare questa maggiorazione (del 16%) Comune e cooperative decidono di andare nuovamente a gara. E proprio sui criteri di giudizio di questa gara si concentra Della Giovanna: «Si è detto che a decidere le sorti di questo appalto è stata una scelta di ribasso ma non è vero. I punteggi assegnati sono stati ripartiti in 90 centesimi alla qualità del servizio e 10 centesimi all’offerta economica, la scelta di quale componente far pesare di più mi pare chiara». Anche sui punteggi le opposizioni, in particolare Alessandro Portesani, non si dice convinto: «Quali sono le ragioni che hanno portato ad una votazione, nel parametro della territorialità, di 15/15 per il progetto delle coop locali suffragato 54 lettere di enti che hanno collaborato con l’Rti e invece 13/15 al piano di Progetto A, impostato necessariamente nei termini del ‘prenderemo contatto con’?».

Un dubbio condiviso anche dal rappresentante dell’alleanza delle cooperative, Andrea Tolomini, che avrebbe auspicato una «formula di calcolo un po’ più raffinata». Ma per questo genere di rimostranze può intervenire, come ribadito più volte ieri, il Tar. Ieri la partita era tutta politica: e così la consigliera della Lega Jane Alquati ha messo sotto la lente «la condizione di incertezza venutasi a generare per i lavorartori a metà anno», Matteo Carotti di Fratelli d’Italia ha sottolineato «la scarsa lungimiranza dell’amministrazione che si trova ora con un servizio come il Saap appeso a un filo a meno di due settimane dal previsto cambio di gestione» e Maria Vittoria Ceraso, che interroga la giunta sulla scelta di andare a gara «considerando che «per la partnership con A2A si decise di escludere questa via, in forza dell’irripetibilità e della territorialità dell’offerta del colosso bresciano». Invitato a partecipare c’era Eros Giampiero Ferri di Progetto A con alcuni, attesi, aggiornamenti: in primo luogo la coop bergamasca «non ha ancora definito come organizzare il progetto sul territorio», in secondo luogo dei «156 operatori sociali attualmente impiegati, 53 si sono dimostrati aperti all’ipotesi di un passaggio».

Una forza lavoro che, con un’organizzazione del lavoro di tempo pieno, potrebbe oggi coprire «1.100 delle . ore settimanali del servizio sul territorio». Mancherebbero all’appello, a due settimane dal passaggio «una ventina di operatori». Tanti di coloro che invece hanno scelto di non dare disponibilità alla coop bergamasca erano ieri in presidio in piazza e una delegazione ha preso parola al termine della discussione. Parlando con emozione, davanti ad una platea di politici navigati, hanno sostenuto con risolutezza le proprie ragioni, quelle di lavoratrici che «soltanto perché ci siamo autoinvitate» hanno trovato uno spazio. «Nessuno discute la legittimità della gara, nessuno ha qualcosa con Progetto A. Ma quel che è inammissibile è che non si fosse messo in conto il costo sociale di questa transizione. O, peggio ancora, che si scarichino le responsabilità dei problemi che prevedibilmente sono sorti su noi operatori e operatrici. Quelli che devono scegliere in tre giorni se abbandonare gli utenti Saap o quelli di tutti gli altri servizi. Questo è quel che ci fa sentire maggiormente traditi».

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