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SORESINA

Picchetto, chieste 3 condanne

La protesta dei lavoratori della A.F logistica. Per il pm in 18 vanno assolti. Sentenza il 26 marzo

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

12 Febbraio 2025 - 20:18

Picchetto, chieste 3 condanne

Immagini della protesta dei lavoratori della logistica nel giugno 2019 a Soresina

SORESINA - Sono trascorsi quasi sei anni dal 14 giugno del 2019, quando in 20 - tutti lavoratori della A.F logistica - protestarono davanti al magazzino della Finiper, catena di ipermercati con numerosi punti vendita nel Nord Italia. I manifestanti si piazzarono davanti ai cancelli, impedendo a un Tir di uscire. C’è chi si sdraiò con alcuni bambini ‘scudo’. Intervenne la polizia, ci fu qualche scontro.

Accusati di violenza privata in 21 - 20 lavoratori e un rappresentante sindacale — per tre oggi il pm onorario, Silvia Manfredi, ha chiesto la condanna di ciascuno a sei mesi (avrebbero fronteggiato gli agenti), per gli altri l’assoluzione: il loro comportamento fu «passivo». Assoluzione per tutti, invocata dai difensori: gli avvocati Cristina Pugnoli, Giorgio Lazar, Marco Lucentini, Davide Barbato e Guido Priori, quest’ultimo anche in sostituzione dell’avvocato Eugenio Losco, noto per essere il difensore, in Italia, di Ilaria Salis, l’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, in Ungheria accusata di pestaggio grave e attività anti-costituzionali durante le manifestazioni della destra ungherese per il ‘Giorno dell’Onore’.

Sentenza il 26 marzo. Secondo le difese, «tutto è nato nell’ambito di una attività sindacale legittima, in relazione alla quale si era indetta una mobilitazione che si è concretizzata in un sit in ostruzionistico. I lavoratori si sono mossi e si sono organizzati per protestare attraverso una forma di sit-in senza l’uso di alcun contegno violento o minaccioso».

Finiper aveva annunciato lo spostamento dell’attività in una nuova sede, a circa 40 chilometri da Soresina. Per il gruppo di lavoratori si era aperto lo spettro dei licenziamenti. Da circa 3 settimane il magazzino era presidiato, giorno e notte, dai facchini per ostacolare l’uscita dei Tir carichi di merce destinata agli ipermercati.

All’udienza del 2 ottobre scorso, l’ex questore vicario, Guglielmo Toscano, aveva raccontato: «I lavoratori da tempo avevano fatto picchettaggio. C’erano due presidi. I manifestanti venivano contro la polizia. La cosa si era un po’ acquietata, perché uno dei manifestanti, un senegalese agitatore della folla, fu bloccato, portato via e identificato».

Quella mattina, il dirigente della squadra mobile, Mattia Falso, «aveva schierato dei reparti mobili. C’era un mezzo che doveva uscire. Davanti al cancello secondario, alcuni manifestanti si erano seduti a terra con bambini usati come scudi. Mi ricordo che mentre il mezzo usciva, qualcuno si attaccò al muso. Dopodiché, alcuni cominciarono a inveire, a creare un assembramento. Diedi disposizioni al dirigente di fare un’azione diversiva. Fu usato un lacrimogeno da esercitazione: fa solo fumo. E con questo escamotage li abbiamo fatti disperdere. Mi ricordo che uno afferrò un poliziotto della squadra mobile e che nel tirarlo, cadde e a terra e si fece male a un ginocchio».

Dopo il questore vicario Toscano, il capo della squadra mobile Falso: «Davanti a me c’era una quindicina di persone: protestavano. Io sono stato strattonato da un paio di loro in maniera diversa. Si sono ammassati davanti al cancello principale. C’erano anche dei bambini. Me ne ricordo due di 4-5 anni».

Davanti al cancello secondario c’erano manifestanti che si sdraiarono a terra per impedire a un Tir di uscire. «Uno di loro addirittura era andato sotto il cassone. Mi ricordo di averlo tirato fuori io. Feriti? Mi ricordo di uno che aveva tentato di bloccare un poliziotto. Era a terra dolorante».

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