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IL PROCESSO

Lo stalker delle dipendenti comunali ha patteggiato: 2 anni di reclusione

"Voglio un figlio bianco". Accusato di stalking, interruzione di pubblico servizio e violenza sessuale. Ha anche molestato una diciannovenne in piazza Roma

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

12 Febbraio 2025 - 19:32

Lo stalker delle dipendenti comunali ha patteggiato:  2 anni di reclusione

Il tribunale di Cremona

CREMONA - Nato 30 anni fa a Mali, nell’Africa occidentale, in Italia senza fissa dimora, si era fissato di volere «bambini bianchi». La sua ‘follia’ lo ha trasformato nello stalker di una assistente sociale di 30 anni, e di una funzionaria di 38, entrambe al lavoro negli uffici del Comune, in corso Vittorio Emanuele II. Ha anche molestato una diciannovenne in piazza Roma.

Accusato di stalking, interruzione di pubblico servizio e violenza sessuale, in carcere da cinque mesi, oggi il 30enne ha patteggiato 2 anni di reclusione davanti al gup ed è stato riportato a Ca’ del Ferro.

Storia di un anno fa, nel bel mezzo dell’estate. A luglio, lo straniero ha cominciato a prendere di mira le dipendenti del Comune. Ogni giorno e più volte al giorno, si è presentato negli uffici delle Politiche sociali. Ogni giorno e più volte al giorno, si è accomodato davanti alle postazioni di funzionaria e assistente sociale. Le ha importunate con dichiarazioni d’amore e proposte sessuali. Come queste: «Amore, voglio venire a casa tua, voglio dei bambini bianchi da te, facciamo sesso e facciamo un bambino».

Una volta il 30enne si è palpeggiato davanti alla funzionaria: «Tu sei la mia donna oppure portami da un’altra donna». Più volte ha tentato di avvicinarsi e di avere un contatto fisico con le sue vittime, toccando in modo fastidioso il braccio o la schiena. Un incubo lavorare in quelle condizioni, in preda all’ansia, al timore per la propria incolumità. Anche il lavoro ne ha risentito: le interruzioni temporanee, i colloqui calendarizzati ritardati, le ripetute telefonate alle forze dell’ordine, l’attesa di polizia e carabinieri, la chiusura anticipata degli uffici e del portone d’ingresso per impedire allo stalker di mettere piede.

Il 30 agosto, il trentenne è spuntato di nuovo, stavolta ai giardini pubblici di piazza Roma. Ha messo gli occhi su una 19enne seduta su una panchina. L’approccio: «Sei sposata?». Poi, la violenza. Con una mano l’ha afferrata per un braccio e ha tentato di baciarla sulla bocca, con l’altra le ha toccato la schiena. La stessa mano è scivolata giù, sul fondo schiena. Nonostante la giovane provasse a divincolarsi, a liberarsi dalla presa, il 30enne ha tentato di baciarla sul seno e sul braccio.
L’indomani, la ragazza ha presentato una denuncia - querela in Questura. E sempre alla polizia, ai primi di settembre l’hanno presentata, poi integrandola, le dipendenti comunali.

Chi ha indagato sullo stalker «noto agli uffici», tra il 31 agosto e il 2 ottobre ha raccolto anche altre quattro testimonianze contro il 30enne.

paolo rossi

Ufficialmente senza fissa dimora, c’era chi gli dava un tetto sopra la testa. «Lo ospitava una persona a Piadena; a Cremona veniva a chiedere aiuto alla Caritas. Era conosciuto», ha spiegato l’avvocato Paolo Rossi. Cinque mesi fa, prima di finire in carcere, lo straniero si «arrangiava anche con qualche lavoretto». Poi, l’arresto. Dopo il patteggiamento, la polizia penitenziaria lo ha riportato a Ca’ del Ferro. Rimane in cella, per ora. Non avendo «una fissa dimora», il difensore non ha presentato istanze su misure alternative.

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