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MONTICELLI D'ONGINA

Per Bruno Segre ritorno alle radici al cimitero ebraico

E con un’unica lapide viene ricordata anche Matilde Ottino, moglie del noto saggista e filosofo

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

07 Febbraio 2025 - 13:53

Bruno Segre torna a casa: il ritorno alle radici al cimitero ebraico

Nel riquadro Bruno Segre

MONTICELLI D'ONGINA - In un libro, ‘Il funerale negato’, aveva spiegato perché non sarebbe stato seppellito nel cimitero di famiglia insieme ai suoi cari. E quando è morto, nell’estate del 2023, la commemorazione funebre è effettivamente stata programmata a Milano anziché nel borgo pallavicino.

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Oggi però la tomba del noto saggista e filosofo Bruno Segre si trova al cimitero ebraico monticellese. Non solo: con un’unica lapide viene ricordata anche la moglie Matilde Ottino. Una delle più note famiglie ebree vissuta in paese, appunto quella dei Segre, è dunque tornata ‘a casa’. Superando la legge del 1989 sulla quale facevano leva i rabbini della Comunità ebraica di Parma: avevano comunicato all’allora 93enne che nel camposanto sarebbero stati seppellite solo salme di persone di origine ebrea, non i congiunti.

«Per poco meno di due secoli il cimitero ebraico di Monticelli ha funzionato quale grande ‘tomba di famiglia’ - aveva scritto Segre in una missiva indirizzata a Rav David Sciunnach (assistente del rabbino capo di Milano e rabbino di riferimento della comunità ebraica di Parma) e a Riccardo Joshua Moretti (vicepresidente delle Comunità ebraiche di Parma e Soragna) -. Poiché mi consideravo legittimamente candidato a essere sepolto nel nostro cimitero accanto ai sepolcri di almeno tre generazioni di miei avi, intendevo farmi precedere in quell’amatissimo pezzo di terra dalla mia sessantennale compagna, defunta prima di me. Ma ora mi fate sapere che ciò non sarà possibile. La Legge 8 marzo 1989 (Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Unione delle comunità ebraiche italiane, ndr) alla quale vi appellate, vi dà ragione conferendovi un potere di veto che non contesterò. I resti mortali di Matilde e quelli miei riposeranno gli uni accanto agli altri in una località diversa: amiamo il nostro piccolo cimitero di famiglia, ma siamo sufficientemente laici ed ebrei per non coltivare idolatrie nei confronti di questo o quel luogo». Però, prima di concludere, Segre aveva lanciato un monito: «Vorrei che vi rendeste conto che d’ora in poi nel nostro cimitero ben difficilmente potrebbero esservi delle ‘new entries’. Ritrovo anche qui, insomma, una perniciosa tendenza che sta ora prevalendo minacciosa nel piccolo mondo ebraico italiano: quella ad escludere, a selezionare, a individuare con scrupolo ciò che è ‘puro’ separandolo da ciò che puro non è, con l’inevitabile ma prevedibile scomparsa, fra alcuni decenni, di qualsiasi traccia di vita ebraica in Italia».

Non è dato sapere di preciso quali altre corrispondenze siano seguite alla morte di Segre, ma in occasione dell’ultima apertura al pubblico del piccolo cimitero - in occasione della Giornata della memoria - è stata notata la nuova tomba. E così Bruno Segre riposa vicino ai suoi cari, a partire da nonna Sara Osimo, nata e cresciuta a Monticelli prima dell’arrivo delle leggi razziali.

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