L'ANALISI
04 Febbraio 2025 - 05:15
Cristiano Mancin
CASTELVETRO PIACENTINO - Ha oltre un migliaio di 45 giri legati al Festival di Sanremo, ha visto e rivisto tutte le edizioni (due dal vivo al Teatro Ariston) e ogni anno stila pronostici e pagelle, spesso azzeccati, sull’avvenimento musicale dell’anno. Il castelvetrese Cristiano Mancin, libraio di professione, è un vero e proprio esperto del concorso canoro e non a caso per diverso tempo ha scritto sul sito web Sanremostory. A pochi giorni dall’edizione numero 75 che sarà presentata da Carlo Conti, questa sua grande passione è finita al centro di un libro – Perché Sanremo è Sanremo?, Edizioni Lir – la cui idea embrionale è partita proprio da Castelvetro.
«Nel 2020 ho partecipato come spettatore, al teatro Ariston, alla prima edizione condotta da Amadeus – spiega Mancin –, una volta terminata avrei dovuto essere protagonista di un incontro pubblico in biblioteca a Castelvetro, incentrato proprio sulla mia collezione e passione. Poi però è arrivata la pandemia... non se n'è fatto più nulla. Quella serata è stata recuperata solo nel 2023 e ho presentato molto materiale frutto di ricerche e di anni in cui ho seguito con attenzione il Festival. Alla fine, ho deciso di racchiudere in un libro quel materiale preparato per l’incontro a Castelvetro».
Mancin, che nel suo paese si è impegnato anche politicamente candidandosi alle elezioni comunali, spiega che la passione per la musica parte da lontano: «Fin da bambino ascoltavo i grandi classici. Insieme a quelle di Cristina D’Avena, canticchiavo le canzoni di Little Tony e Gianni Morandi. Oggi nella mia collezione ci sono migliaia e migliaia di dischi, ma Sanremo è una sezione importante».
Il primo Festival a cui ha assistito dal vivo è stato quello del 2015 condotto proprio da Conti, poi c’è stato appunto il 2020. «Non ne ho seguiti altri dal vivo perché è dispendioso a livello economico ma anche a livello di tempo – dice –, però nei giorni del Festival sono sempre incollato alla tv. Se dovessi scegliere un brano fra tutti quelli presentati all’Ariston sarebbe ‘La vita’ di Shirley Bassey ed Elio Gandolfi, 1968. Conduceva Pippo Baudo».
Mancin conosce a memoria brani, autori, date e ogni dettaglio più minuscolo sul Festival. Cosa che gli permette di avere un giudizio personale tutt’altro che scontato, non solo sulle canzoni: «A livello di conduzione sono molto legato a quella di Baudo, anche se eguagliare in termini di ascolto Amadeus presumo sarà difficile. Se devo parlare di rimpianti, invece, ho quello per Mia Martini: avrebbe meritato di vincere almeno un’edizione, di sicuro quella in cui arrivò seconda dopo Luca Barbarossa. Del passato rimpiango anche la giuria demoscopica, che dava giudizi a mio parere più equilibrati rispetto al televoto».
Inevitabile chiedergli qualche pronostico sull’edizione che sta per partire, condotta nuovamente da Conti e già preceduta da gossip e polemiche: «Non conosco ancora i brani ma le mie speranze sono indirizzate verso Francesco Gabbani, che apprezzo molto. Sul podio piazzerei anche Giorgia e, visto i pareri dei giornalisti che hanno ascoltato in anteprima le canzoni in gara, anche Achille Lauro. I duetti? Aspetto con grande curiosità quello fra Giorgia e Annalisa, così come quello fra Lucio Corsi e Topo Gigio. Mi fa piacere, poi, che diversi artisti abbiano deciso di rendere omaggio a Pino Daniele e Fabrizio De André».
Mancin presenterà il suo libro, che comprende anche qr-code di rimando ai brani citati, proprio il giorno della finale del Festival, sabato 15 alle ore 17 alla Libreria Romagnosi, insieme al giornalista Andrea Dossena a sua volta grande appassionato della kermesse canora. Sulla sua pagina Facebook, invece, non mancheranno le pagelle e i commenti sul Festival in tempo reale. Curiosità: sul suo canale Youtube (manciocris) si possono trovare vere e proprie chicche musicali oltre ad un format, Singing in the up, all’interno del quale mentre è al volante si trasforma in cantante interpretando grandi classici.
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