L'ANALISI
01 Febbraio 2025 - 05:15
Viccardi e Vezzini
SESTO - «Sindaco, lei sta operando in modo inadeguato, le chiediamo di dimettersi». A sorpresa, la sera di giovedì 30 gennaio 2025, in consiglio comunale la richiesta a Carlo Vezzini è arrivata dalla capogruppo di minoranza della lista ‘Per Sesto Domani’ Francesca Maria Viccardi. In un documento l’ex primo cittadino ha spiegato i motivi di questo forte attacco politico: la decisione della giunta di attribuire al sindaco la responsabilità di tutte le funzioni del Comune (polizia locale, ufficio tecnico, servizi amministrativi e contabili), scelta che ha fatto sollevare dubbi al revisore dei conti e al segretario comunale.
«Nel Comune di Sesto si è tornati al passato remoto – ha tuonato Viccardi – cioè prima della legge 142 del 1990, quando il sindaco era il protagonista assoluto della vita politica e amministrativa, perché oggi è stato cancellato il principio della separazione del potere politico, al quale spetta la programmazione, da quello di gestione, che è di competenza dei dirigenti».
«Ci chiediamo - ha proseguito Viccardi citando le norme che spiegano come devono funzionare gli enti locali - come può essere legittimamente motivato un provvedimento del genere quando il Comune ha nel suo organico funzionari di elevata qualificazione nel settore finanziario e tecnico. Lei ha solo un’esperienza politica, ma nessuna competenza tecnica, economica e giuridica per le quali la legge richiede il possesso di una specifica laurea e non so se sia più corretto asserire che il sindaco sia dotato di un elevato grado di autostima tale da non riconoscere i propri limiti o sia totalmente incosciente da non approfondire i dubbi espressi dal segretario comunale sulla legittimità dell’attribuzione. Lei sarà assistito da consulenti esterni e ciò comporterà un aumento della spesa: mai in questo Comune si è assistito a una gestione confusa dell’azione amministrativa che lo sta portando alla deriva. Riteniamo che stia operando in modo inadeguato con ricadute negative sul paese e sui cittadini che poi è quello che interessa a noi. Chiediamo un atto di responsabilità attraverso le proprie dimissioni per ristabilire l'efficienza dell'attività amministrativa».
Vezzini ha respinto le accuse al mittente e annuncia che andrà avanti: «Al di là del contesto normativo che lei ha citato – ha replicato il sindaco - a me sta a cuore prima di tutto il tema della fiducia nei confronti del personale che ha dei ruoli dirigenziali: se manca quella, ci può essere la figura operativa più tecnica e preparata del mondo, ma non ci sono più comunque le basi per andare avanti. Chi analizza le situazioni dall'esterno può fare la sua sintesi, ma bisogna anche conoscere il contesto reale interno in cui si opera tutti i giorni; la sua analisi non fa una piega, questa richiesta ci sta e fa parte del contraltare politico, ma io non mi dimetto e vado avanti perché troveremo una soluzione. È solo lei a dire che io lo faccio perché ho le competenze, la verità è che questa scelta è stata fatta perché non ci sono le condizioni per attribuire delle responsabilità; nel caso dell’ufficio tecnico, ad esempio, era prevista al nuovo architetto quest’anno, ma fortunatamente per lei ci sono delle belle novità e quindi dovrà assentarsi dall’ufficio. Accetto il lavoro del revisore e del segretario, se ho fatto queste scelte è perché ci sono delle ragioni. Non intendo mandare in dissesto il Comune anche perché gli atti li faccio insieme al segretario e agli uffici e se il revisore ritiene che l’atto sia illegittimo ci sono gli organi deputati a rilevarlo e poi anch’io mi difenderò contestualizzando i fatti. Dall’esterno è facile intervenire, ma occorre conoscere le situazioni perché c’è anche un contesto interno che va pesato. Se sbaglierò, ho messo in conto anche la possibilità di pagare».
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