L'ANALISI
30 Gennaio 2025 - 05:20
PANDINO - A distanza di due mesi dal caso mensa, i genitori sono ancora nel limbo, in attesa di capire se dovranno pagare gli arretrati o meno. Coinvolte quasi 500 famiglie che stanno attendendo il parere legale richiesto nelle scorse settimane, per capire se dovranno versare a Sodexo, la società che ha in gestione la refezione, gli arretrati di ben 11 mesi. Lo scorso novembre la società aveva inviato una comunicazione ad hoc annunciando procedure per recuperare i soldi.
Da lì si sono mossi i rappresentanti dei genitori nella commissione mensa: hanno ottenuto di avere un parere legale sulla legittimità dell’addebito retroattivo di 12 mesi, che per una famiglia media si aggira sui 70 euro complessivi, se il bambino frequenta la scuola dell’infanzia, e sui 40 euro se è iscritto alla primaria. «Speriamo vivamente che Sodexo capisca l’assurdità di questa situazione e rinunci alle pretese evitando di chiamare ‘insoluti’ soldi che non ha mai chiesto, né per iscritto né aggiornando il valore del buono pasto sul proprio portale» avevano sottolineato i rappresentanti dei genitori.
Da settembre 2024 la nuova nuova tariffa per il pasto è di 5,19 euro. Il problema è che, secondo Sodexo, la stessa è stata introdotta un anno prima. Da qui parte la richiesta degli arretrati dell’intero 2023/2024. I genitori, invece, hanno continuato a versare 4,88 euro per ogni pranzo dei figli e hanno sempre sostenuto di non aver ricevuto alcuna comunicazione sull’aumento della tariffa, a cominciare dall’aggiornamento del portale, dove molti effettuano i pagamenti.
Le cifre degli eventuali arretrati sono ovviamente variabili in base al numero di pasti consumati a scuola. «Evidente – hanno sempre rimarcato mamme e papà – che se il prezzo fosse stato aggiornato avremmo tutti pagato i 5,19 euro già da settembre 2023. Invece l’azienda ha richiesto gli arretrati solo dopo 14 mesi, appunto a novembre 2024». In questa vertenza il Comune, ente appaltatore, è parte terza, ma comunque coinvolta. Ad esempio, escono dalle casse pubbliche i soldi per pagare i pasti degli insegnanti, che garantiscono l’assistenza ai bambini durante il servizio.
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