Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMA

Shoah, 60 studenti in Comune: «Senza memoria non c'è consapevolezza»

Il sindaco Fabio Bergamaschi ha celebrato la giornata dedicata alle vittime dell’Olocausto coinvolgendo le nuove generazioni di cremaschi

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

27 Gennaio 2025 - 16:34

Shoah, 60 studenti in Comune: «Senza memoria non c'è consapevolezza»

CREMA - Un appello a «fare memoria» rivolto direttamente ai circa 60 studenti delle superiori cittadine intervenuti in sala dei Ricevimenti. Stamattina il sindaco Fabio Bergamaschi ha celebrato la giornata dedicata alle vittime dell’Olocausto, nell’ottantesimo anniversario della liberazione del campo di centramento di Auschwitz, coinvolgendo le nuove generazioni di cremaschi.

«La vostra presenza, cari studenti, è fondamentale, perché il compito della memoria è prima di tutto un impegno verso di voi. Senza memoria non c’è consapevolezza, e senza consapevolezza si rischia di ripetere gli errori del passato. Ne abbiamo, anzi, la certezza. La storia della Shoah, delle discriminazioni, della violenza nata dall’odio razziale e dall’indifferenza, deve rimanere viva per insegnarci a riconoscere e combattere le ingiustizie di oggi e di domani».

La prima parte della cerimonia si è tenuta come sempre in piazza Istria e Dalmazia, con la deposizione della corona d’alloro alla lapide della Shoah. Nutrita, come ogni anno, la partecipazione di autorità civili e militari. Poi gli studenti degli istituti superiori Racchetti Da Vinci, Galilei, Sraffa e Munari oltre alle associazione combattentistiche e al comitato di promozione dei principi della Costituzione. Per via della pioggia, dopo l’omaggio alle vittime, tutti i sono trasferiti in sala dei ricevimenti del municipio. Qui il centro Galmozzi aveva preparato una conferenza dedicata a monsignor Francesco Bossi, Giusto tra le Nazioni.

«Crema ha un esempio forte e concreto, monsignor Bossi – ha ricordato il sindaco – che ha scritto una pagina straordinaria di umanità proprio nella nostra città. Nato a Crema nel 1872, fu un sacerdote profondamente legato alla nostra comunità, impegnato per anni in diverse parrocchie e poi come arciprete della Cattedrale. Durante gli anni più difficili della seconda guerra mondiale, dal 1943 alla fine del conflitto, fece una scelta di autentico eroismo civile: nascose nella sua casa parrocchiale di via Forte una famiglia di ebrei, salvandola dal genocidio nazista. Quel gesto non era scontato. Era contro l’orribile pensiero dominante. Ed era rischioso, drammaticamente rischioso. Ma era giusto. E proprio per questo, nel 2014, monsignor Bossi è stato riconosciuto come Giusto fra le Nazioni».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400