L'ANALISI
27 Gennaio 2025 - 08:35
La panetteria Masotti si trovava al civico 59 di corso Garibaldi 59
CREMONA - Un tempo era la Forneria Masotti, oggi si chiama Forno antico. Forse in quel nuovo battesimo c’è la consapevolezza di aver continuato una tradizione che dura dal 1960. Il fornaio Franco e il suo negozio per decenni sono stati un punto di riferimento della prima parte di corso Garibaldi, la via maestra della città, la parte commerciale di quella grande arteria che da porta Milano conduce fino al cuore della città. Oggi il Forno antico ne perpetua la tradizione almeno quella della sede.
Domani Franco Masotti festeggerà cent’anni. Una tempra d’acciaio di chi con delicata determinazione non si è mai sottratto a fatiche e sacrifici che nemmeno per la verità ancor oggi riconosce come tali. Chi lo conosce spiega che incontrarlo è un’emozione, un dono, un’esperienza umana e culturale.
Racconta di essere nato il 28 gennaio del 1925, a Vescovato. En vescuadììn, insomma, che ha imparato il mestiere presto: finita la scuola, a 14 anni, lavora come fornaio in città. Arrivava in bicicletta da Ca’ de’ Mari, dove la sua famiglia si era trasferita. Anni della guerra. Dal ‘42 al ‘45 (riparando nel fosso con il fanalino della bici oscurato al passare di ‘Pippo’) giungeva in città quando ancora era notte e al posto di blocco situato al ponte sul Naviglio vicino a San Camillo veniva fermato dalla Guardia Nazionale; il suo primo lasciapassare erano il cappellino da fornaio e la scusaléta (grembiule, ndr). Questo lavoro gli consentì di corrispondere al suo innato istinto di eleganza, potendosi permettere di acquistare un soprabito (oggi lo chiamiamo capo spalla) bianco; da qui il soprannome di cui andava tanto fiero: el duturììn. Ha poi messo a frutto il mestiere per tre anni a Milano, nella forneria militare dove era a capo di sei operai con due forni a legna, riuscendo a coronare il sogno di racimolare il necessario per acquistarsi il negozio a Cremona.
Nel 1960 apre con la moglie Adriana la panetteria-forneria in corso Garibaldi, proprio accanto alla casa nuziale di Stradivari. Adriana in negozio con le sue ricette (chi non ricorda il sacchettino con le giuste dosi segrete per una cioccolata da leccarsi i baffi), lui dalle 4 (e al sabato dalle 2) in ‘prestino’, con ritmi regolari, perizia, tenacia ed aggiungendo, anche lui, un ingrediente segreto: la gioia di vivere.
Tanti studenti di allora, cremonesi e non, ricordano i suoi specialissimi bricchetti dolci, i pirlììn, perché dalle scuole di via Palestro o dal palazzo Cittanova (dove si tenevano le assemblee studentesche) era quasi d'obbligo una puntatina alla panetteria.
Valente artigiano ma anche esperto tuttofare, la cui passione per le biciclette ha creato tanti modelli ‘fai da te’ unici. Come la sua graziella con cui ancora di recente - dicendo: «quando non pedalo, la uso per appoggiarmi come fosse na gianéta (il bastone)» - ha percorso le vie del centro per ritrovare gli amici al bar o ai giardini pubblici.
Per la sua famiglia non si è mai risparmiato, anche dopo la perdita della moglie Adriana nel 2016, regalando sempre perle d’amore e semplicità.
Domani festeggia i suoi 100 anni con tutta la sua grande famiglia. E a chiedergli il segreto di questo traguardo raggiunto con un'invidiabile energia e presenza di spirito non rifiuta la confidenza: colazione con brodo e polenta, mangiare con gusto le cose semplici di una volta, gioire dei doni della vita e alimentare quella sana sete di conoscere, di leggere, di ascoltare.
Che, c’è da scommettere, funziona, visto che già ascoltare Franco fa sentire più carichi e sereni.
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