L'ANALISI
25 Gennaio 2025 - 05:10
PADERNO PONCHIELLI - L’input, anzi per restare in tema ‘il la’, gliel’ha dato quando era ancora un bambino quel girovago che negli anni Sessanta chiedeva l’elemosina a Paderno e nel circondario suonando l’organetto. A Lino Fiameni, 74 anni, è rimasto talmente impresso quello strumento che negli ultimi venti anni ha trasformato i ricordi della memoria in una vera e propria passione: quella di collezionarne una ventina, tutti fabbricati tra il 1890 e il 1950.
Così, gli spazi che dagli inizi del Novecento hanno ospitato all’ombra di San Dalmazio la trattoria dei nonni e dei genitori, lasciando poi il posto al negozio di fiori gestito dalla moglie Daniela (chiuso da qualche anno per il meritato riposo), sono diventati la location ideale di questa collezione privata dedicata all’arte dei suoni. «Da piccolino – spiega Lino — c’era uno che girava con il carrettino trainato da un asinello, mi pare si chiamasse Giovanni, aveva una gamba di legno; di giorno faceva la spola nei paesi vicini a suonare per raccogliere qualche soldo e di sera dormiva nella stalla, perché mio padre aveva un pezzettino di terra e lui stava lì tutto l’inverno, gli davamo da mangiare perché non aveva nulla e mi è sempre rimasto nella mente quell’organetto. Poi, pian piano, lavorando alla Singental, il capoarea del Piemonte ogni tanto ne trovava qualcuno di questi strumenti e me li mostrava; tanti erano distrutti, io ho comprato solo quelli efficienti. Sono meccanici a rullo chiodato con funzionamento a manovella o a molla, erano utilizzati in balere, cinematografi, case di tolleranza, mentre alcuni erano montati su un carretto ed erano itineranti. Il restauro meccanico lo ha eseguito la ditta Pagliari pianoforti di Offanengo, mentre a quello estetico spesso ha pensato mia figlia Ottavia con vari disegni e decorazioni».
La collezione di Lino, accumulata in circa 20 anni, comprende anche un piano melodico con diversi cartoni forati di musiche varie, un grammofono con dischi a 78 giri, carillon, tutti a funzionamento meccanico. «Entrando nel negozio di Lino è come fare un salto indietro nel tempo – afferma il sindaco Cristiano Strinati — ma questi antenati dei più moderni juke box, diffondono ancora le loro musiche con grande precisione: basta inserire 10 centesimi (di lire) nell’apposita fessura, dare qualche giro di carica, e via».
Insomma con la musica Paderno convive da sempre. Sicuramente da quando ha dato i natali ad Amilcare Ponchielli, compositore di fama mondiale. La sua casa è diventata un museo che conserva cimeli e documenti dal valore inestimabile. Lui, Fiameni, non vuole certo fargli concorrenza: «Questa è tutta un’altra musica», puntualizza ridendoci su.
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