L'ANALISI
CREMONA
19 Gennaio 2025 - 15:57
CREMONA - Ingerisce dello stupefacente (forse i resti di una canna fumata in fretta o altra droga ancora più pericolosa) e sta malissimo. A finire sul tavolo del veterinario venerdì sera è stata Aidi, un giovane meticcio di trenta chili che ha rischiato la vita. L’episodio è avvenuto al parchetto compreso tra via Magazzini Generali e via Orti Romani, zona già al centro delle segnalazioni dei residenti per gli schiamazzi degli ubriachi e per lo spaccio e per questo tenuta d’occhio da Comune e forze dell’ordine.
I proprietari di Aidi l’hanno portata subito all’ambulatorio di Sesto della dottoressa Francesca Mainardi che valutati i sintomi e con la consulenza di un centro tossicologico ha stabilito che l’animale ha assunto una sostanza oppioide, non il classico boccone avvelenato. Una storia a lieto fine, dunque, ma nel quartiere è scattato l’allarme. Su Facebook la proprietaria dell’animale, Marialuisa Baltieri ha pubblicato un post per mettere in guardia i proprietari dei cani e fare attenzione a cosa prendono in bocca.
«Il cane era fuori per la passeggiata serale con mio marito — racconta la donna — e stava benissimo, lei annusava molto l’erba ma essendo sera c’era buio e mio marito non ha visto, ha ingerito sicuramente questo stupefacente e si è intossicata in modo molto serio: il cane si è irrigidito subito e cercava di vomitare, ma non ci riusciva e poi si è accasciata, l’abbiamo portata in casa e non stava in piedi, ciondolava, aveva gli occhi fuori fuoco e quindi ci siamo spaventati, abbiamo chiamato la nostra veterinaria di fiducia che però non ha sentito la chiamata. Allora ci siamo rivolti alla collega di Sesto e siamo corsi nel suo ambulatorio, dove siamo rimasti quasi tre ore in osservazione».
Prosegue la signora: «La dottoressa ci ha detto subito che non si trattava di una infiammazione perché il cane non aveva febbre. Ha eseguito le analisi del sangue ma Aidi stava male, era bradicardica con una temperatura corporea bassa. Si è messa in contatto con un centro tossicologico dal quale ha avuto la conferma che si trattava di stupefacente, ma non sapendo di preciso quale tipologia di droga fosse non potevano somministrarle alcun antidoto, quindi le è stato dato del carbone attivo per assorbire lo stupefacente che aveva nello stomaco».
«Siamo quindi tornati a casa e ho passato la notte guardandola e stimolandola per non farla addormentare, poi sabato siamo tornati in ambulatorio per i controlli. È andata bene perché i parametri sono tornati alla normalità, ma ci siamo spaventati tantissimo; forse l’ha aiutata il fatto che è un cane giovane e in buona salute, se fosse stato un cagnolino magari anziano avrebbe rischiato. I cani da qualche parte devono andare io lì non ci metto più piede, è difficile impedire loro di mangiare perché sono velocissimi e se una sostanza li attira la prendono».
Dal canto suo Mainardi racconta: «Con l’aiuto di un servizio veterinario attivo 24 su 24 abbiamo cercato di impostare una terapia prettamente sintomatica proprio perché non eravamo a conoscenza specifica della molecola di oppioide ingerita e quindi le abbiamo somministrato subito del carbone attivo per assorbire la sostanza e farmaci per mantenere la pressione e cercare di risolvere lo stato di depressione cardio-respiratoria. Sabato il cane è venuto al controllo e ora sta meglio, anche se faremo ulteriori accertamenti per avere la certezza assoluta che abbia smaltito totalmente la sostanza tossica, ma occorre stare in guardia».
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